Giubileo e rischi sanitari dall'aviaria al Covid fino al vaiolo delle scimmie: i timori degli esperti
Al via il Giubileo, milioni di visitatori in Italia fino al 6 gennaio 2026: i rischi per la salute, dal Covid all'aviaria fino al vaiolo delle scimmie
Dal 24 dicembre 2024 al 6 gennaio 2026 l’Italia è sede del Giubileo 2025. A Roma, soprattutto, sono attesi milioni di visitatori e, pertanto, crescono le preoccupazioni per la gestione dell’ordine pubblico, la sicurezza (col rischio attentati) e anche relative al contesto sanitario. Dopo il Covid, accogliere persone da tutto il mondo comporta la possibilità di dover fare i conti con altri virus, dall’aviaria al vaiolo delle scimmie. L’intervista all’epidemiologo Massimo Ciccozzi, dell’Università Campus Biomedico di Roma.
- Le preoccupazioni degli epidemiologi per il Giubileo
- Quali sono i rischi sanitari, dal Covid al vaiolo delle scimmie
- Cosa fare per evitare rischi
- L'intervista a Massimo Ciccozzi
Le preoccupazioni degli epidemiologi per il Giubileo
Non a caso un team di epidemiologi e scienziati italiani, tra i quali Massimo Ciccozzi e Francesco Branda dell’Università Campus Bio-Medico, insieme a Fabio Scarpa dell’Università di Sassari, hanno inviato una lettera alla rivista Lancet.
Secondo gli esperti, le lezioni degli ultimi anni “non devono essere dimenticate“.
Papa Francesco insieme al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri
Pertanto, si legge, “investire nella preparazione a una possibile pandemia non è una opzione, ma una necessità etica e pratica. Si devono colmare le lacune nella conoscenza, promuovere la collaborazione e dare la priorità alla prevenzione”.
Per questo i ricercatori hanno indicato un piano in 7 pilastri che definisce le priorità da mettere in atto:
- sorveglianza epidemiologica, quindi monitoraggio continuo della diffusione delle malattie infettive, integrando la raccolta e l’analisi dei dati con quelli genetici sequenziamento per individuare le tendenze emergenti
- studi avanzati sulle origini, la patogenesi e la trasmissione delle malattie, utilizzando l’intelligenza artificiale (IA) e la genomica con strumenti per sviluppare modelli predittivi e ottimizzare gli interventi
- rafforzare la formazione e le capacità degli operatori sanitari e le comunità attraverso workshop, seminari e campagne di sanità pubblica
- collaborazione e networking, ovvero rafforzare i collegamenti con i paesi e le organizzazioni sanitarie internazionali per promuovere lo scambio di conoscenze e risposte coordinate
- prevenzione e controllo, implementare le misure basate sull’evidenza, dai programmi di vaccinazione all’educazione sanitaria, adattata a specifici profili di malattia
- risposta alle emergenze, trovare in temi rapidi le risorse per i piani di emergenza predefiniti
- affrontare l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale (One Health), per combattere efficacemente le zoonosi
Quali sono i rischi sanitari, dal Covid al vaiolo delle scimmie
I pericoli riguardano possibili epidemie che, complice la grande affluenza di persone a Roma, potrebbero svilupparsi: “Stiamo tornando alla normalità dopo l’emergenza Covid, ma ci sono altri segnali d’allarme, ad esempio l’influenza aviaria, e dobbiamo rimanere vigili sull’Mpox (già vaiolo delle scimmie) – ricordano gli scienziati”.
“L’immenso afflusso di pellegrini da tutto il mondo, e quindi la concentrazione di milioni di persone in spazi ristretti, creano un ambiente ideale per la diffusione delle malattie infettive, compresi i virus respiratori, le infezioni gastrointestinali e le malattie trasmesse da vettori. La combinazione di alta densità umana, viaggi internazionali e alloggi condivisi amplifica il rischio di nuovi focolai”, avvertono ancora gli esperti.
Cosa fare per evitare rischi
Le minacce alla sanità pubblica, dunque, spingono a sollecitare misure di “prevenzione e monitoraggio epidemiologico”, che sono “essenziali per scongiurare il rischio locale di epidemie ed evitare che si trasformino in emergenze globali”.
Gli esperti hanno anche richiamato esempi dal passato: “La pandemia di Mers-CoV durante il pellegrinaggio di Hajj (La Mecca-Arabia Saudita) del 2012, ad esempio, ha evidenziato il rischio di epidemie associate a grandi raduni religiosi. La trasmissione del virus è stata accelerata dalla concentrazione di pellegrini provenienti da diverse nazioni e la condivisione di spazi ristretti come dormitori e trasporto pubblico”.
L’intervista a Massimo Ciccozzi
Quali sono oggi le malattie che rischiano di proliferare in un contesto come quello del raduno in occasione del Giubileo?
“In generale occorre prestare attenzione a tutte le malattie di tipo respiratorio, compreso il morbillo, ma naturalmente ricordando il Covid, l’influenza, il virus respiratorio sinciziale. Non si escludono, però, neppure le malattie da contatto come l’HIV o la M-pox, o quelle di tipo batterico come la tubercolosi. Le uniche che possiamo escludere sono quelle trasmesse da vettori come le zanzare”.
Il Covid, quindi, rappresenta ancora un rischio?
“Esatto. Io mi aspetto un rialzo dei contagi, sia di Covid che di influenza: è normale che ci possano essere incrementi con questi movimenti di popolazione, non dimentichiamo che parliamo di oltre 30milioni di persone attese. D’altro canto la storia ce lo insegna con l’epidemia di sars del 2012 in concomitanza con il grande viaggio dei pellegrini musulmani alla Mecca. Si tratta, infatti, di malattie legate allo spostamento di massa delle persone”.
Come gruppo di ricerca avete sviluppato un piano specifico, chiamato ‘Jubilee 2024 Pandemic Preparedness and Response Plan’, basato sui principi di sorveglianza, innovazione e resilienza. Cosa significa?
“Si tratta di un piano messo a punto tre mesi fa, con suggerimenti in vista del Giubileo, e che speriamo che funzioni. D’altro canto è plausibile pensare che occorra monitorare a livello epidemiologico e avere programmato situazioni, ad esempio, di maggior affollamento ai pronto soccorso degli ospedali, per evitare che possano andare in tilt”.
Ai pellegrini e fedeli che si recheranno a Roma, cosa consiglia, in particolare?
“L’unico presidio realmente efficace è indossare le mascherine in metro, bus e treni affollati: è il solo modo per evitare qualsiasi contagio di tipo respiratorio. Quanto alle eventuali malattie da contagio, esorterei a prestare attenzione all’HIV, di cui non si parla più se non in occasione della Giornata mondiale del 1° dicembre, ma sta aumentando”.