Cadavere a Temù, è di Laura Ziliani: cosa è emerso dall'autopsia
Il cadavere ritrovato a Temù nella giornata di domenica 8 agosto appartiene a Laura Ziliani, scomparsa nel nulla a maggio
La notizia era nell’aria già da alcuni giorni ma ora c’è la conferma ufficiale dall’autopsia: il corpo ritrovato domenica a Temù, in provincia di Brescia, è di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di 55 anni scomparsa lo scorso 8 maggio. Il riconoscimento, come riporta ‘Ansa’, è stato possibile grazie a una ciste sotto il piede destro.
Il cadavere, inoltre, aveva anche degli orecchini che sono stati riconosciuti dai parenti.
Sul corpo non risultano segni di violenza.
Serve, però, un’analisi degli organi interni per valutare l’ipotesi di un avvelenamento.
Il caso Laura Ziliani
Era l’8 maggio 2021 quando Laura Ziliani è scomparsa nel nulla.
La figlia maggiore, che alle ore 11,58 dello stesso giorno ha chiamato il 112 e lanciato l’allarme, dirà poi, come riportato da ‘Ansa’: “È uscita di casa alle 7 per andare a fare una passeggiata, dovevamo vederci alle 10 per andare in discarica a portare vecchi mobili, ma non è mai arrivata”.
La stessa ragazza (di 27 anni), il fidanzato coetaneo, e la sorella più piccola (di 19 anni), qualche settimana dopo, verranno iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia per l’ipotesi di reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Il 23 maggio, ai piedi di un torrente della zona di Temù, era stata trovata una scarpa da montagna forse appartenuta a Laura Ziliani.
La donna, vedova dal 2012, abitava a Brescia ma nel fine settimana tornava in Vallecamonica per la grande passione della montagna.
Caso Laura Ziliani: gli altri elementi
Il quotidiano ‘La Repubblica’ aggiunge ulteriori dettagli sulla vicenda: Laura Ziliani è stata ritrovata scalza, senza le scarpe con i plantari speciali che avrebbe dovuto portare nell’ipotesi della gita solitaria in montagna che avrebbe effettuato l’8 maggio.
Il cadavere era inoltre ricoperto da pochi brandelli di tessuto, oltre alla biancheria intima. Probabilmente si tratta di una vestaglia, mentre è considerato quasi impossibile che si trattasse di abbigliamento da trekking.
Gli esiti degli esami istologici stabiliranno se la donna sia stata avvelenata, asfissiata o annegata.
L’ipotesi di una caduta fatale o di un malore, in questo momento, è ritenuta residuale nell’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e dal pm Caty Bressanelli.