Attrice Sibilla Barbieri morta con suicidio assistito in Svizzera: malata terminale, Cappato si autodenuncia
L'attrice Sibilla Barbieri è morta in Svizzera con il suicidio assistito dopo la decisione dell'Asl Roma 1. Autodenuncia per Cappato e il figlio
L’attrice Sibilla Barbieri è morta dopo la sua decisione di intraprendere un viaggio in Svizzera per ottenere il suicidio assistito. Il passo estremo è stato motivato dalla decisione dell’Asl romana a cui apparteneva di negarle, per mancanza dei requisiti necessari, l’accesso all’aiuto medico per la morte volontaria. Tramite l’Associazione Luca Coscioni, di cui Barbieri era consigliera, l’attrice ha potuto quindi materializzare la propria ultima volontà, nel rispetto della quale suo figlio, insieme a Marco Cappato e Marco Perduca, sono pronti ad autodenunciarsi.
- Chi è Sibilla Barbieri
- Il diniego della Asl
- L'accusa di discriminazione
- Perduca, Cappato e il figlio si autodenunciano
- Il commento del legale
Chi è Sibilla Barbieri
Sibilla Barbieri si è distinta in Italia come autrice, produttrice, regista e attrice, vantando una formazione professionale diversificata. Nel 2008, insieme a Simona Barbieri, ha dato vita alla casa di produzione “La Siliàn“. Malata terminale, la sua morte è avvenuta in Svizzera venerdì 3 novembre 2023.
La sua vicenda rappresenta un caso emblematico che ha portato alla ribalta una serie di interrogativi in merito alla legislazione italiana sulla morte volontaria assistita e alle possibili disuguaglianze nell’applicazione delle leggi.
L’attivista Marco Cappato, insieme a Marco Perduca e al figlio di Sibilla Barbieri si autodenunciano per la morte dell’attrice
Il diniego della Asl
La situazione ha inizio a metà settembre 2023, quando l’Asl Roma 1 ha comunicato il suo diniego all’attrice, spiegando che non soddisfaceva i quattro requisiti previsti dalla sentenza Cappato\Dj Fabo della Corte costituzionale per poter accedere legalmente al suicidio assistito.
In particolare, la commissione medica ha ritenuto che alla donna mancasse il requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale.
L’accusa di discriminazione
Sibilla Barbieri, tramite l’Associazione Coscioni, ha deciso di esprimere apertamente la sua opinione, denunciando questa decisione che considerava discriminante e ingiusta.
Nel suo ultimo video pubblicato online prima del viaggio, ha affermato: “Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente”.
“Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno?” si è chiesta Barbieri. “Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio.”
Perduca, Cappato e il figlio si autodenunciano
Sibilla Barbieri ha intrapreso il suo viaggio in Svizzera con il sostegno del figlio e dell’ex senatore radicale Marco Perduca. Entrambi si autodenunceranno presso la stazione dei carabinieri Roma Vittorio Veneto e rischiano fino a 12 anni di carcere.
Anche l’attivista e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni Marco Cappato si autodenuncerà, dopo aver organizzato e sostenuto il viaggio di Sibilla Barbieri. Ad accompagnarli Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell’associazione.
Il commento del legale
Filomena Gallo, l’avvocata che rappresenta Sibilla Barbieri, ha espresso il suo disappunto per la decisione dell’Asl. “Spiace e mortifica leggere parere Asl. Con il team legale che coordino abbiamo seguito Sibilla Barbieri sollecitando l’Asl Roma 1 a effettuare le verifiche sullo stato di salute della nostra assistita e a procedere come indicato dalla sentenza di incostituzionalità della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani.”
La situazione è ulteriormente complessa poiché il diniego dell’Asl non sarebbe stato accompagnato da una relazione medica o dal parere del Comitato etico competente, documenti richiesti dall’avvocata Gallo. “È emerso che Barbieri era sottoposta a plurime forme di sostegno vitale. Motivo per cui abbiamo presentato opposizione al diniego” ha spiegato Gallo.
Il parere del Comitato Etico, purtroppo, è giunto soltanto dopo la morte di Sibilla Barbieri. “Apprendiamo dal verbale della Commissione Aziendale che non possono aderire al parere positivo del Comitato Etico in quanto ritengono che non vi sia il trattamento di sostegno vitale” ha aggiunto l’avvocata. “Spiace e mortifica leggere perfino ‘che le condizioni attuali non sono coerenti con sofferenze fisiche intollerabili’. Sibilla Barbieri ha deciso di andare in Svizzera per porre fine alle sue sofferenze”.