Fine vita, via libera della Camera alla legge con bagarre in aula: cosa prevede il testo
Le novità sul testo del Ddl sulla morte volontaria medicalmente assistita che passa adesso al Senato
La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge sul fine vita. Il Ddl sulla morte volontaria medicalmente assistita ha ricevuto 253 sì, 117 no e un astenuto. A votare a favore PD, M5s, LeU e Italia Viva, mentre contro si è schierato tutto il centrodestra: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Coraggio Italia e Noi con l’Italia. Il testo adesso è atteso all’esame del Senato dove i numeri sono più incerti.
Fine vita, via libera della Camera: le reazioni di Letta e Conte
Sul tema alcuni partiti come Italia Viva, Forza Italia e Coraggio Italia hanno lasciato la libertà di voto come dimostrano le eccezioni, rispetto alle disposizioni dei propri gruppi, rappresentate dai parlamentari di Fi Renata Polverini, Elio Vito e Simone Baldelli, che hanno votato a favore, e i deputati di Iv Gabriele Toccafondi, Maria Teresa Baldini e Cosimo Ferri che hanno votato contro.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha definito l’approvazione alla Camera un “fatto storico”: “Devo dire che non ci avrei sperato, ma c’è stato un ottimo lavoro del Parlamento in queste settimane. Il testo è stato approvato tra l’altro con una maggioranza abbastanza importante, larga, adesso andrà al Senato e mi auguro che il Senato faccia la sua parte il più rapidamente possibile”.
Stessa soddisfazione espressa su Facebook dal leader del M5s Giuseppe Conte: “Con il primo via libera della Camera alla legge sul suicidio assistito compiamo un fondamentale e deciso passo in avanti sul tema, complesso e delicato, del fine vita, nel perimetro già indicato dalla Corte costituzionale
Fine vita, via libera della Camera: cosa prevede
Dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’abrogazione dell’eutanasia, il Ddl recepisce la sentenza del 2019 della Corte costituzionale sull’attivista Marco Cappato, che aveva aiutato Dj Fabo nel suicidio assistito.
Qualora arrivasse il via libera anche dal Senato, la legge permetterebbe in Italia la “morte volontaria medicalmente assistita con un atto autonomo con il quale si pone fine alla propria vita in modo volontario, dignitoso e consapevole con il supporto e sotto il controllo del Servizio sanitario nazionale”.
Centrale nel testo l’approvazione dell’articolo 2 dove si spiega che “si intende per morte volontaria medicalmente assistita il decesso cagionato da un atto autonomo con il quale, in esito al percorso disciplinato dalle norme della presente legge, si pone fine alla propria vita in modo volontario, dignitoso e consapevole, con il supporto e sotto il controllo del Servizio sanitario nazionale”, si legge nel testo.
L’atto, si precisa, “deve essere il risultato di una volontà attuale, libera e consapevole di un soggetto pienamente capace di intendere e di volere”.
Con l’approvazione di un nuovo emendamento il testo stabilisce che per accedere al suicidio assistito basterà il certificato del medico curante oppure di uno specialista, non di entrambi come previsto nella versione precedente.
Secondo le nuove modifiche, per accedere al farmaco letale, il medico non dovrà necessariamente tenere conto delle condizioni sociali e familiari, ma solo delle condizioni cliniche e psicologiche.
Tra le novità più importanti dell’ultimo testo ci sono l’introduzione dell‘obiezione di coscienza per medici e personale sanitario e specifiche più stringenti delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito.
Il suicidio assistito può essere chiesto dal paziente maggiorenne, in grado di intendere di volere, che sia stato già coinvolto in un percorso di cure palliative e le abbia rifiutate, ma che sia affetto da una patologia irreversibile e da prognosi infausta, che cagioni sofferenze fisiche e psicologiche assolutamente intollerabili.
Introdotto anche uno “scudo penale” per i medici e il personale sanitario, che non potranno essere perseguibili in caso assistenza al suicidio.
L’attivista Marco Cappato in aula
Fine vita, via libera della Camera alla legge: bagarre in aula
In Aula non è mancato il dibattito acceso prima del voto finale, con la polemica scatenata dalle parole del deputato ex M5s, oggi nel gruppo misto, Giorgio Trizzino: “Nessuno di noi ha la verità in tasca, soprattutto quando ci si addentra nei temi dell’etica della vita e della morte. Concludo con un augurio rivolto a chi voterà contro questa legge: che non debba mai pentirsene” ha detto alla fine del suo intervento, provocando al reazione di diversi colleghi a Montecitorio.
“Mi era già successo personalmente due anni fa che il collega Trizzino in commissione mi avesse augurato di dovermi trovare nelle condizioni previste da questa norma” ha ricordato il deputato di Forza Italia Antonio Palmieri.
“Credo sia gravissimo che su questo provvedimento un collega si alzi in Aula e auguri ai colleghi che non votano come lui di andare incontro alle sofferenze rispetto alle quali tutti noi abbiamo il massimo rispetto e la massima comprensione – ha aggiunto. Io già dimenticato e ho già perdonato per quanto mi riguarda, però questo modo è inconcepibile”.
Di fronte alle proteste dei colleghi Trizzino è però tornato sulle sue parole: “Alcuni di noi hanno esperienza diretta su casi di terminalità, quindi chiedo che ci sia un’apertura più ampia e una conoscenza più specifica di queste condizioni. In questo senso invito i colleghi ad essere presenti all’interno di quel tipo di sofferenze nella fase di terminalità. Non c’era alcun intento offensivo o evocativo di chissà quali auguri malefici“.