Assegno unico Inps di maggio in ritardo: il motivo per cui non è ancora arrivato, la spiegazione su Facebook
L'Istituto di previdenza ha reso note le cause dei tempi lunghi per il pagamento dell'assegno di maggio destinato alle famiglie con figli
L’assegno unico a maggio arriva in ritardo e le famiglie protestano. A comunicare i tempi lunghi per l’erogazione del sostegno ai genitori con figli è stata l’Inps con un messaggio sulla pagina Facebook dedicata. L’Istituto ha però assicurato con un post successivo che i pagamenti sono in corso, comprensivi dei conguagli che hanno determinato la causa principale delle difficoltà dell’Ente di previdenza.
- I ritardi sull'assegno unico
- La comunicazione sui conguagli
- Le proteste delle associazioni delle famiglie
I ritardi sull’assegno unico
Generalmente l’assegno unico viene bonificato agli aventi diritto intorno a metà del mese, ma in molti hanno lamentato di non avere ricevuto ancora nulla. L’Inps ha comunicato sulla pagina Facebook dedicata alle famiglie che “per l’erogazione di alcuni assegni unici per il mese di maggio si sono verificati dei differimenti per la quasi totalità legati all’effettuazione di un’operazione centralizzata che dovrà determinare il conguaglio positivo o negativo spettante“.
“Ciò nei casi di presentazione tardi di ISEE, calcolo della settima e ottava mensilità, nuove nascite oppure rettifiche di ISEE e riconoscimenti o recupero di maggiorazioni non spettanti – ha spiegato ancora l’Ente – Le operazioni di conguaglio potranno interessare anche i prossimi pagamenti. Nei prossimi giorni vi forniremo ulteriori informazioni”.
La comunicazione sui conguagli
Nel pomeriggio di sabato 26 maggio l’Inps ha comunicato con un altro post sui social che con la mensilità di maggio verranno disposti “recuperi e/o erogazioni per le seguenti casistiche”:
- variazioni dell’Isee;
- liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di #gravidanza sulla base del valore dell’Isee presentato entro 120 giorni dalla nascita del #figlio;
- maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023 a seguito dell’adeguamento all’aumento del costo della vita;
- importi liquidati sulla base di valori di Isee del nucleo familiare, poi dichiaranti discordanti dalla sede Inps di riferimento;
- conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’ISEE 2022, eventualmente effettuate dai centri di assistenza fiscale Caf successivamente al 31/12/2022;
- recuperi della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori laddove non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale;
- rideterminazione degli importi spettanti per effetto del riconoscimento delle maggiorazioni per soggetti disabili;
- ricalcolo degli importi relativi ai nuclei familiari numerosi e per i figli successivi al secondo;
- ricalcolo degli importi di assegno unico per i nuclei percettori Rdc con rideterminazione della somma spettante al genitore non facente parte del nucleo Isee del #minore;
- importi riconosciuti con riferimento alle domande di assegno unico presentate antecedentemente al 30 giugno 2022, con Isee presentati entro il 30 giugno dello stesso anno e rate calcolate con importo al minimo (50 euro per i figli minorenni e 25 per i figli maggiorenni).
L’Inps ha poi precisato che l’operazione di ricalcolo delle rate ha interessato “oltre 512.000 famiglie e complessivamente ha determinato un’erogazione aggiuntiva di circa 140 milioni di euro, con un credito medio per famiglia pari a circa 272 euro”.
“Le ipotesi di recupero di importi erogati in misura superiore a quanto spettante sono più limitate – ha aggiunto – e riguardano circa 378.000 famiglie, con un ammontare complessivo di recuperi pari a 15 milioni di euro”.
Le proteste delle associazioni delle famiglie
Le precisazioni dell’Inps non sono però bastate a placare i malumori delle famiglie, che tramite il presidente del Forum che riunisce le associazioni di categorie, Adriano Bordignon, chiedono più puntualità, oltre a una riforma dello strumento Isee per la determinazione dell’assegno unico, ancora troppo limitante.
“Alla luce delle numerose segnalazioni di ritardo nei pagamenti dell’assegno unico per il mese di maggio, che ci stanno arrivando dalle famiglie di tutta Italia, chiediamo più rispetto per le famiglie – ha dichiarato Bordignon all”Avvenire’ -. Se è vero, come ha giustificato l’Inps, che la causa è nei conguagli che stanno rallentando l’accredito delle somme spettanti, perché le verifiche non sono state fatte per tempo?”.