Andrea Sempio rompe il silenzio sul delitto di Garlasco e parla dei genitori di Chiara Poggi: "Credono in me"
Andrea Sempio rompe il silenzio su Garlasco dopo le nuove indagini e parla della famiglia di Chiara Poggi. Cosa ha detto
Andrea Sempio parla per la prima volta dopo la riapertura delle indagini a suo carico sul delitto di Garlasco. Sotto le unghie di Chiara Poggi, infatti, sono state trovate tracce del suo Dna. Tutto sommato il 36enne si dice tranquillo “dal punto di vista legale”, mentre la vicenda si fa più pesante “dal punto di vista mediatico”. “Con questa storia non c’entro nulla”, ribadisce.
- Andrea Sempio rompe il silenzio
- Il suo ruolo nell'omicidio di Chiara Poggi
- Il supertestimone del delitto di Garlasco
Andrea Sempio rompe il silenzio
In occasione della puntata di Chi l’ha Visto? che andrà in onda in prima serata mercoledì 19 marzo Andrea Sempio, recentemente ritornato sotto i riflettori per il delitto di Garlasco, ha rotto il silenzio.
“Dal punto di vista legale mi sento tranquillo, mi sta pesando il punto di vista mediatico“, ha detto il 36enne ora indagato per omicidio in concorso dopo il rinvenimento di tracce del suo Dna sotto le unghie di Chiara Poggi.

Cosa è cambiato da quel 13 agosto 2007? E cosa è cambiato da quando, nel 2017, un primo esame collocò le tracce del Dna di Sempio sotto le unghie della vittima?
Niente, sostanzialmente. Andrea Sempio afferma: “Con Marco (Poggi, nda) mi sento ancora”. “La famiglia Poggi crede in me, non hanno mai avuto dubbi”, continua, poi si assolve: “Con questa storia non c’entro nulla. Lasciamo lavorare le autorità e vedrete che andrà tutto bene“.
Il suo ruolo nell’omicidio di Chiara Poggi
Come già detto e come già noto, il nome di Andrea Sempio è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati. Una prima inchiesta a suo carico era stata archiviata nel 2017, ma negli anni la difesa di Alberto Stasi ha presentato nuove consulenze.
Un nuovo esame del Dna ha stabilito che sotto le unghie di Chiara Poggi sono presenti tracce di Dna di due soggetti maschili. Uno di questi è Andrea Sempio, l’altro non è stato identificato e per questo per il momento viene indicato come Ignoto 2. Già dalla prima volta in cui fu ascoltato dagli inquirenti Sempio spiegò che nella mattina in cui si consumò la tragedia in via Pascoli lui si trovava a Vigevano perché doveva acquistare un libro in una libreria.
A dimostrazione del suo alibi Sempio presentò lo scontrino di un parcheggio. Tuttavia, dai tabulati telefonici risultava che lo stesso aveva telefonato a casa Poggi in almeno due occasioni nei giorni precedenti all’omicidio nonostante sapesse che il suo amico, Marco Poggi, fosse in vacanza con la famiglia in Trentino e che Chiara fosse quindi sola in casa.
Incalzato dagli inquirenti in tal senso, nel 2008, Sempio spiegò che Marco Poggi “non mi indicò la data precisa della sua partenza”, pe cui compose per due volte il numero dei Poggi dal suo apparecchio di casa. A quelle telefonate rispose Chiara, che nella prima chiamata gli disse che suo fratello non era in casa e nella seconda, invece, gli riferì che Marco sarebbe rientrato a Garlasco il giovedì successivo.
Il supertestimone del delitto di Garlasco
Come accade in quasi tutti i fatti di cronaca, nel delitto di Garlasco non mancano i supertestimoni. Oltre alle rivelazioni del tecnico del gas Marco Muschitta, che riferì di aver visto una ragazza passare in bicicletta pochi istanti dopo l’ora del delitto per poi ritrattare tutto, domenica 16 marzo Le Iene hanno mandato in onda un servizio nel quale hanno raccolto la testimonianza di un uomo fino ad oggi mai ascoltato dagli inquirenti.
L’uomo avrebbe scelto di parlare solamente ora in quanto in questi 18 anni, a suo dire, avrebbe temuto per la sua incolumità. All’inviato de Le Iene avrebbe raccontato la sua verità, ma la redazione non l’ha mandata in onda. L’inviato Alessandro De Giuseppe, infatti, ha consegnato quelle rivelazioni agli investigatori. Ciò che è dato sapere è che il presunto supertestimone sarebbe a conoscenza di quanto accaduto realmente il 13 agosto 2007 nella villetta dei Poggi.
L’uomo ha riferito che nessuno avrebbe avuto “volontà di ascoltare”. Secondo il suo racconto gli sarebbe stato “ordinato di non dire niente. Non parlo per la mia tutela. Con le leggi che abbiamo in Italia, vai a capire, no?”.
