Perché il Dna di Andrea Sempio era sotto le unghie di Chiara Poggi, la nuova tesi sul delitto di Garlasco
Le indagini sul delitto di Garlasco, dalla procura nuova ipotesi sulla presenza del Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi
Vanno avanti le nuove indagini della procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nel 2007 a Garlasco. Secondo gli inquirenti il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, trovato sotto le unghie della ragazza non deriverebbe dal pc di famiglia o da altri oggetti toccati all’interno della villetta. Ma non solo, c’è anche il Dna di un’altra persona, un “Ignoto 2” non ancora identificato.
- Le nuove indagini sul delitto di Garlasco
- Il Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi
- C'è un altro Dna sotto le unghie di Chiara Poggi
Le nuove indagini sul delitto di Garlasco
La riapertura delle indagini sul delitto di Garlasco decisa dalla procura di Pavia a 18 anni di distanza è dovuta principalmente al Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi.
Dna di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello della vittima, oggi 37enne, nuovamente indagato dai pm pavesi.

La sua posizione era stata archiviata nel 2017 perché, secondo la tesi della difesa e l’allora ricostruzione della procura, quelle tracce erano dovute a contatti secondari con il pc di famiglia, che anche Sempio usava frequentando spesso la casa dei Poggi.
Il dna di Sempio non venne analizzato perché per la procura non c’era possibilità di compararlo con quello raccolto, poiché “esiguo” e “degradato”.
Le valutazioni odierne della procura di Pavia, guidata dal procuratore Fabio Napoleone, vanno invece in una direzione opposta: il dna ritrovato sotto le unghie della vittima è idoneo e utilizzabile per comparazioni.
Il Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi
Secondo la procura, come riporta il Corriere della Sera, il Dna dell’allora 19enne Sempio non può derivare da “un contatto mediato da un oggetto toccato dalla vittima” ma da un’interazione con lei poco prima del delitto.
Stando a quanto emerso dalla consulenza realizzata da Carlo Previderé, genetista anche del caso di Yara Gambirasio, nel materiale biologico racconto sotto le unghie di Chiara Poggi non è presente il Dna dei familiari e di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per il delitto.
Persone che abitavano nella villetta di Garlasco o che la frequentavano molto di più di Sempio, e che pertanto avrebbero dovuto lasciare tracce su molti più oggetti e in quantità maggiori.
Da qui la nuova indagine e l’esame del Dna di Andrea Sempio disposto dal giudice.
Una tesi che viene però respinta dai legali di Sempio e dal loro consulente, l’ex generale dei carabinieri a capo dei Ris Luciano Garofano, che da investigatore aveva lavorato al caso di Garlasco.
C’è un altro Dna sotto le unghie di Chiara Poggi
Non solo, sotto le unghie di Chiara Poggi sono state trovate tracce di Dna di un’altra persona, un “Ignoto 2” non ancora identificato.
Nei prossimi giorni la procura conferirà l’incarico per l’accertamento irripetibile sul Dna e sul materiale biologico rinvenuto su Chiara Poggi.
Sono previste anche nuove audizioni di amici e parenti da parte dei carabinieri, nel difficile tentativo di ricostruire movimenti e orari risalenti a 18 anni fa, a partire dall’alibi fornito all’epoca da Sempio.
