Nuovi elementi sull'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, ma reperti distrutti: perché sono stati smaltiti
Non solo il Dna di Sempio al centro delle indagini: alcuni reperti, come il pigiama di Chiara Poggi, sono stati smaltiti nel 2022 o distrutti anche per questioni logistiche
Nuovi elementi emergono nel caso del delitto di Garlasco. A 18 anni di distanza dalla morte di Chiara Poggi, si riaprono le indagini su Andrea Sempio, amico di Marco, il fratello della vittima. Sempio, oggi 37enne, si è sottoposto all’esame del Dna a Milano e si attende un confronto con il materiale genetico trovato sotto le unghie di Chiara. ma non è solo questione di Dna: ci sono altri elementi su cui di torna a indagare, altri aspetti su cui riemergono interrogativi. E ci sono reperti distrutti.
- Delitto di Garlasco, le indagini su Andrea Sempio
- Le analisi del Dna
- Reperti introvabili o distrutti
- Investigatori alla ricerca di materiale da recuperare
- Reperti distrutti per questioni logisitche
Delitto di Garlasco, le indagini su Andrea Sempio
Per il delitto di Garlasco, Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara, sta scontando una pensa di 16 anni. Ma l’incredibile novità della vicenda è emersa con l’avviso di garanzia notificato a Sempio.
Sempio, 19enne all’epoca dei fatti, era già stato al centro delle indagini nel 2016 e 2017, per sollecitazione dei legali di Stasi in merito al Dna trovato sotto le unghie di Chiara. Ma le accuse nei suoi confronti vennero archiviate.

La villetta di Garlasco dove avvenne l’omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto 2007
Una nuova indagine sul Dna sviluppata con metodi e tecniche di ultima generazione, hanno riaperto il caso. E la consulenza chiesta dalla procura di Pavia, a cui ha partecipato Carlo Previderé, genetista dell’Università di Pavia coinvolto anche nelle indagini su Yara Gambirasio, hanno escluso che il materiale genetico su Chiara possa appartenere a Stasi.
Le analisi del Dna
E hanno confermato “l’utilizzabilità del profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima e alla sua compatibilità con il profilo genetico riconducibile all’indagato”, cioè Andrea Sempio.
Ora il Dna di Sempio dovrà essere confrontato con il Dna trovato “sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine” nella villetta di Garlasco. Ma non è solo sul Dna che si riaprono le indagini.
Reperti introvabili o distrutti
Sono introvabili o andati distrutti i reperti del caso Poggi. Da quanto si apprende da fonti legali, nel dicembre 2021 e nell’aprile 2022, i reperti legati al delitto di Garlasco sono stati restituiti alla famiglia della vittima su istanza dei difensori di Alberto Stasi e non della parte civile.
Fra gli oggetti restituiti ci sono computer, una bicicletta bianca da donna, delle schede di memoria per le macchine fotografiche, alcune sedie, e altri oggetti. Il pigiama insanguinato, mostrato dalla Procura generale di Milano in fotografia nel corso dell’appello bis che condannò Stasi a 16 anni, era già andato distrutto e reso inutilizzabile dalle pompe funebri che lo tagliarono per spogliare il cadavere.
Investigatori alla ricerca di materiale da recuperare
A distanza di anni, non vi è certezza che quegli oggetti possano essere resi di nuovo disponibili agli investigatori che indagano per omicidio in concorso su Andrea Sempio.
Nelle indagini riaperte in questi giorni si sta cercando, in sostanza, di recuperare più materiale possibile, tra documenti, atti, fotografie, reperti, interessando più sedi giudiziarie ed investigative, tanto che oggi sono stati presi i faldoni del processo in Procura generale di Milano.
Reperti distrutti per questioni logisitche
Per quanto riguarda altre eventuali tracce biologiche da analizzare e comparare, oltre alla comparazione tra il Dna di Sempio e quello trovato sotto le unghie e sulle dita di Chiara Poggi, bisognerà capire se con le tecniche attuali si potranno rileggere e rianalizzare dati che all’epoca non avevano fornito elementi significativi. Sono state trovate, ad esempio, finora le fascette dei rilievi dattiloscopici.
Alcuni reperti che erano presenti all’ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia, infine, sono stati smaltiti nel 2022 come avviene spesso in questi casi con sentenze definitive e dopo tanti anni, anche per questioni logistiche e di spazio.
