Aereo biposto caduto nel Tevere a Roma: il racconto del pilota
Il drammatico racconto del pilota dell'aereo biposto caduto nel fiume Tevere a Roma nel pomeriggio di lunedì
Proseguono le ricerche della persona dispersa dopo l’incidente accaduto nel pomeriggio di lunedì a Roma, in cui un aereo biposto è precipitato nel fiume Tevere. Il pilota, che è riuscito a salvarsi, ha spiegato la dinamica in alcune dichiarazioni riportate da ‘Il Messaggero’. Queste le parole del pilota, che ha riportato alcune fratture: “Eravamo appena ripartiti dalla pista dell’ Urbe dopo una manovra, ma l’aereo si è avvitato su se stesso“.
Il racconto è proseguito così: “Ho detto: ‘Proviamo un ammaraggio sul fiume. Appena tocchiamo l’acqua ci sganciamo e ci buttiamo di fuori‘. Eravamo rimasti d’ accordo così, ma lui non ce l’ha fatta. Quella maledetta cintura non si sganciava“.
Anche lo stesso pilota ha provato a disinserire la cintura dell’allievo, in due occasioni, senza successo: “Mi sono anche ributtato sotto, in acqua. Ho cercato in tutti i modi di sganciarlo dalla cintura, ma non ci sono riuscito”.
I colleghi del pilota hanno spiegato: “È un pilota esperto e molto preparato. Deve essere stato un problema tecnico”.
Amici e familiari dell’allievo ora disperso hanno raccontato: “Aveva una grande passione per il volo, era contento di riprendere le lezioni dopo il lockdown. Voleva diventare un bravo pilota e farne il suo mestiere”.
E il suo maestro ha detto: “Spero in un miracolo, che possa avere trovato una bolla d’aria”.