Viviana Parisi, nuovi dettagli. Marito: "5mila euro per andare in tv"
Emergono nuovi dettagli sul caso di Viviana Parisi grazie alle intercettazioni della procura di Patti allegate alla richiesta di archiviare
Emergono altri dettagli sul caso di Viviana Parisi e del piccolo Gioele, morti nel bosco di Caronia, in provincia di Messina. “Sono arrabbiata con Viviana… A mio nipote me lo ha ammazzato lei. Per la sua testa, per le sue cose, noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno, ma lei non si è voluta curare”. Sono le parole che la cognata di Viviana pronunciava il 10 agosto 2020, quando fu trovata la salma della deejay, ma non ancora quella del figlio (scoperta alcuni giorni dopo). Le frasi, come riferisce Il Messaggero, sono state intercettate dalla Procura di Patti e sono allegate alla richiesta di 500 pagine firmata dal procuratore Angelo Cavallo di archiviare il caso come omicidio-suicidio.
“È andata proprio fuori di testa, gioia mia”, diceva la madre di Viviana, Carmela Trusso Cafarello. Il marito della dj torinese, Daniele Mondello, le “aveva proibito pure di leggere la Bibbia, gli ha detto guai a te… io te la tolgo, te la brucio”. “C’è stato sto lockdown e io forse ho trasmesso anche paura”, spiegava sempre la madre della vittima, come riportato dalle intercettazioni.
Inoltre si è venuto a sapere che la sorella di Viviana, Denise, non ha riferito agli inquirenti che la deejay in passato aveva già tentato di togliersi la vita: “È appena uscita al telegiornale che hanno trovato il secondo certificato di quando mia sorella ha tentato il suicidio… Io non ho detto nulla a nessuno ovviamente”.
Ci sono poi le intercettazioni che riguardano il marito della Parisi, che al cognato diceva, dopo la morte della moglie e del figlio, di essere disposto a farsi intervistare in tv, in esclusiva, su un rete nazionale. Ma non “per mille euro. Non esiste. Almeno… ma… il più scarso deve essere cinquemila euro”.
In altre chiamate telefoniche, prima del decesso di Viviana e di Gioele, i familiari avevano discusso di altri episodi gravi relativi allo stato psichico della donna. Il 18 marzo 2020 Daniele Mondello chiama il 118: “Mi serve un’ambulanza mia moglie sta malissimo, non lo so, le è venuta una crisi, dice cose allucinanti è fuori di testa ormai, è fuori di testa”.
Quel giorno, al pronto soccorso dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, il medico mette nero su bianco che la paziente è “in preda a un delirio mistico con manie di persecuzione. Il marito riferisce che la paziente si sente perseguitata da circa due anni”, ma dal giorno prima ha avuto un peggioramento.
Alla Parisi viene dato un calmante e torna a casa, nonostante la richiesta di trattamento sanitario obbligatorio. Si giunge quindi a fine giugno, quando la donna ingerisce otto pillole di psicofarmaci. Lo dirà lei stessa al medico psichiatra a Messina. Ma sia lei che il marito chiederanno le dimissioni.