Omicidio di Stefano, il movente non convince. Prosegue l'indagine
La Procura di Torino verifica le spiegazioni di Said: potrebbe anche essersi trattato di uno scambio di persona
La Procura di Torino continua a indagare su Said Mechaquat, l’uomo che lo scorso 23 febbraio avrebbe accoltellato a morte il giovane Stefano Leo, tagliandogli la gola. Secondo quanto riporta l’Ansa, rimangono dubbi sul movente che avrebbe spinto l’assassino a uccidere il 34enne perché “era felice”. In particolare, si cerca di capire se la drammatica azione non sia stata dettata da altri motivi.
Secondo le parole del procuratore Paolo Borgna, riportate dall’edizione on line del Secolo XIX, il movente indicato nella confessione “basta per tenere quella persona in galera”. Il magistrato, che indaga con i colleghi Enzo Bucarelli e Ciro Santoriello, però aggiunge esplicitamente: “Non ci acquietiamo con la verità che c’è stata detta dal confesso”. “Inaccettabile” era la definizione del destino di suo figlio data anche da Maurizio Leo, imprenditore che vive a Genova, padre del ragazzo ucciso.
L’ipotesi dello scambio di persona
Il servizio mandato in onda dal TG4 approfondisce una ipotesi ancora tutta da verificare con le indagini: che Said avesse scambiato Stefano per l’attuale compagno della sua ex. In questo caso il delitto sarebbe di natura passionale. Stando, invece, a quanto dichiarato dall’omicida, si rientrerebbe in un caso da perizia psichiatrica, il che potrebbe anche comportare al giovane una significativa riduzione di pena: anche questo terrebbe la Procura ancora in piena attività, secondo quanto dice l’Ansa, aggiungendo che in passato Said non aveva mai dato segni di squilibrio, neppure negli episodi legati a maltrattamenti in famiglia che lo avevano già portato ad avere a che fare con la giustizia. Anche domenica scorsa, confessando il delitto di Stefano, secondo le parole all’Ansa del suo stesso avvocato, Basilio Foti, sarebbe stato “educato, lucido, composto, in grado di esprimersi in perfetto italiano”.
Le immagini che ritraggono il killer
Se si lavora strettamente sul movente, non sembra invece che ci siano dubbi sul fatto che l’autore del delitto sia Said. A complicare la sua posizione ci sono le immagini della videosorveglianza che lo collocano proprio sul lungopo Macchiavelli la mattina del 23 febbraio. Sono invece di cattiva qualità le immagini della figura che scappa subito dopo il momento del delitto, ma per gli inquirenti sarebbe comunque compatibile con l’indagato. Piuttosto, sempre stando alle immagini, risulta essere lui l’uomo sul tram che dice di avere preso per allontanarsi dal centro storico.