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"Andò nel bosco della droga": Corona rischia di nuovo il carcere

Per la Procura di Milano Fabrizio Corona dovrebbe tornare in carcere per aver violato il programma terapeutico

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Fabrizio Corona avrebbe violato l’affidamento terapeutico e, per questo, secondo la Procura di Milano dovrebbe tornare in carcere.

Nel mirino della Procura – come riporta TgCom24 – c’è il fatto che l’ex agente dei fotografi, lo scorso 10 dicembre, si è recato in quello che a Rogoredo è chiamato il “boschetto della droga”, fingendo di comprare una dose per realizzare un servizio televisivo per il programma tv “Non è l’Arena” condotto da Massimo Giletti su La 7.

Fabrizio Corona – riporta TgCom24 – ha il divieto di frequentare tossicodipendenti. Ora, spetterà alla Sorveglianza decidere se revocare o meno l’affidamento terapeutico all’ex agente dei fotografi. L’udienza di discussione è ancora da fissare: se la richiesta di revoca dell’affidamento terapeutico verrà accolta, Corona dovrebbe tornare in carcere.

Nella richiesta di revoca dell’affidamento terapeutico, l’Avvocato generale Gatto ha messo in luce una serie di ‘fatti successivi’, tra reati e violazioni, rispetto a quelli già discussi nell’udienza che in precedenza portò alla conferma dell’affidamento. Tra questi, spicca proprio l’episodio del “boschetto della droga” di dicembre.

In quell’occasione, tra l’altro, Fabrizio Corona lamentò di essere stato aggredito durante la realizzazione del servizio televisivo. Sul suo profilo Instagram, scrisse : «Stasera mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare. Mentre le uniche inchieste realizzate sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona, Io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l’Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata. Tutto questo solo per raccontare in maniera oggettiva, come ho sempre fatto, la realtà. Ora, in questo momento ringrazio Dio per aver protetto mio figlio Carlos Maria».

Sia in Procura che ai giudici di sorveglianza è stata trasmessa una relazione dei Carabinieri su questi fatti.

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