Covid: Rt troppo alto in due regioni del Centro, lo spiega l'Iss
Schizza l'Rt in Molise, al 2,2, e in Umbria, con picchi di 1,41. Ma il dato non fa preoccupare gli scienziati, come spiega l'Iss
L’indice di trasmissione del coronavirus registrato dalle ultime rilevazioni dall’Istituto Superiore di Sanità presenta due anomalie per i non addetti ai lavori. L’indice Rt si attesta a 2,2 in Molise, nonostante la presenza di pochi casi, e torna a essere vicino all’1, cioè la soglia oltre il quale è considerato rischioso, anche in un’altra regione non particolarmente colpita dall’epidemia, l’Umbria. Vicino all’1 anche il Friuli Venezia Giulia e la provincia autonoma di Trento. In Lombardia, dove ogni giorni vengono registrati 2/3 dei nuovi positivi di tutta Italia, ha invece un Rt di 0,7.
Fonti dell’Istituto Superiore di Sanità hanno spiegato a Il Messaggero che questi dati sono attesi dagli specialisti e rientrano nella statistica epidemiologica: “Quando il numero di casi è molto piccolo, alcune regioni possono avere temporaneamente un Rt maggiore di 1 a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante”.
Il Molise, a causa di un focolaio che si è sviluppato dopo un funerale, poi circoscritto, ha visto schizzare l’Rt a 2,2. Il dato dell’Umbria, con un Rt medio di 0,94, è una media tra i valori 0,57 e picchi di 1,41. Ma, come sottolinea l’Iss, questi numeri non devono destare preoccupazioni. Inoltre l’Rt è solo uno dei 21 parametri che verranno considerati per decidere se permettere gli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno.
Che cos’è l’Rt e perché gli esperti non sono preoccupati
Cos’è esattamente l’Rt? L’Iss lo definisce come “il numero medio di infezioni secondarie generate da una persona infetta a una certa data, ed è una grandezza fondamentale per capire l’andamento dell’epidemia. Se Rt ha un valore inferiore alla soglia critica di 1, il numero di nuove infezioni tenderà a decrescere tanto più velocemente quanto più è lontano dall’unità. Per contro, quanto più Rt supera 1, tanto più rapidamente aumenterà il numero dei contagi”.
Per questo un valore Rt superiore a 1 è un campanello dall’allarme che indica che il coronavirus ha ripreso a diffondersi con più o meno velocità. Tuttavia l’Rt, che non deve essere confuso con R0, il numero di riproduzione di base, è soggetto a numerose variazioni, e un suo aumento repentino può essere giustificato dall’insorgenza di nuovi focolai che possono essere tenuti sotto controllo con facilità.