Protesta in carcere a Viterbo dopo la morte di un detenuto, chi è la vittima: prime ipotesi sulla tragedia
Una nuova protesta in un carcere italiano: questa volta è accaduto a Viterbo, dopo che un detenuto è stato trovato morto in cella
Una violenta protesta è stata messa in atto da una sessantina di detenuti nel carcere di Viterbo. Tutto è avvenuto dopo che si è sparsa la voce che un ristretto era stato trovato morto nel letto della sua cella. La vittima è un 32enne originario di un Paese dell’Europa dell’Est. Si tratterebbe di un tossicodipendente che era stato trasferito nel carcere di Viterbo solo da pochi giorni.
Le indagini sulla morte
Al momento gli investigatori tendono a escludere la morte violenta o il suicidio. Un primo esame sul corpo non avrebbe rilevato la presenza di traumi e ferite. Secondo quanto scritto dall’Ansa, il decesso potrebbe essere da imputare allo stato di salute precario dovuto all’uso prolungato di stupefacenti, ma si tratta solo di una prima ipotesi ancora priva di ogni conferma.
Ulteriori informazioni arriveranno in seguito all’autopsia. Le indagini sono affidate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo.
La rivolta dei detenuti
I detenuti ribelli si sono asserragliati in una sezione dell’istituto penitenziario e hanno dato alle fiamme materassi e altri oggetti. La struttura è stata raggiunta, oltre che dalle forze dell’ordine, anche dai vigili del fuoco e dalle ambulanze del 118.
Gli agenti della polizia penitenziaria sono immediatamente intervenuti, ma data l’entità dell’insurrezione si è reso necessario il supporto del gruppo specializzato arrivato da Roma.
L’allarme del sindacato
“Tutti i nostri avvertimenti sono rimasti inascoltati. Questa di Viterbo sarà una delle tante rivolte che caratterizzeranno l’estate. Speriamo solo che non ci scappi il morto”, ha affermato Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria.
La rivolta di Sollicciano
Solo pochi giorni prima, nel carcere di Sollicciano a Firenze, un gruppo di detenuti aveva messo in atto una violenta protesta in seguito al suicidio di un ristretto tunisino di 20 anni.
Il ragazzo era stato trovato impiccato. A febbraio aveva presentato un reclamo all’autorità giudiziaria per chiedere “il ripristino delle condizioni di salubrità” nella sua cella. Il giovane aveva denunciato la presenza di cimici, muffa e topi. La sua cella era inoltre sprovvista di acqua, secondo il reclamo.
Nelle carceri italiane si sono registrati 47 suicidi nel primo semestre del 2024. Nel 2023 i suicidi dietro le sbarre furono 70. Nel 2022 furono 85. Il Garante dei detenuti scrive che circa il 40% di chi commette suicidio in carcere è in attesa di giudizio.