Già 50 suicidi in carcere quest’anno, 16 in più rispetto al 2023. Il Garante denuncia sovraffollamento al 130%
Peggiora la situazione negli istituti detentivi italiani: nei primi sei mesi dell’anno aumentano i suicidi in carcere, già a 50
I dati aggiornati al 5 luglio 2024 e diffusi dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale confermano il trend già emerso nei mesi scorsi. Gli istituti di detenzione in Italia presentano una situazione drammatica: i suicidi in carcere aumentano e il problema del sovraffollamento è sempre più grave.
- 50 suicidi in carcere nel 2024
- Il Garante denuncia il sovraffollamento
- Il ministro Nordio punta ad allontanare i detenuti stranieri
50 suicidi in carcere nel 2024
Dal 1° gennaio al 5 luglio 2024, in Italia sono state 50 le persone che si sono tolte la vita in carcere.
“È un dato elevato rispetto allo stesso mese di luglio del 2023 e 2022 in cui se ne registrano 34 (con un aumento di 16 decessi)” ha spiegato il Garante nazionale.
Il carcere di San Vittore a Milano
Il 38% dei suicidi – pari a 19 persone – è stato compiuto da detenuti in attesa di giudizio. L’età media dei morti è di circa 39 anni.
“Si tratta – si legge nel focus del Garante – di 48 uomini e 2 donne, 27 sono italiani e 23 stranieri, provenienti da 14 diversi Paesi”.
Il Garante denuncia il sovraffollamento
L’emergenza suicidi si sovrappone a quella del sovraffollamento nelle carceri italiane, giunto – stando ai dati aggiornati al 12 giugno – a una percentuale del 130,59% a livello nazionale.
Secondo le più recenti stime, le persone attualmente detenute sono 61.468, contro una capienza regolamentare di 51.221 e 47.067 posti regolarmente disponibili.
“Da un ulteriore approfondimento – spiega il Garante – è sorto che tale criticità è dovuta all’attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento e in alcuni casi di intere sezioni detentive”.
Tra le situazioni più grave quella della Casa circondariale di Milano San Vittore, dove si registra un indice di sovraffollamento del 230,79%.
Il ministro Nordio punta ad allontanare i detenuti stranieri
Al festival Taobuk tenutosi a Taormina a fine giugno, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha riferito di “escludere l’indulto” come soluzione al sovraffollamento carcerario, definendolo “una resa dello Stato”.
Nordio si è detto aperto a “pene alternative, a forme di esecuzione penale diverse”, annunciando il lavoro per accordi con gli altri Paesi.
“I detenuti stranieri sono quasi la metà, – ha spiegato il ministro – se riuscissimo a far scontare loro la pena nei Paesi d’origine avremmo risolto il problema”.