Omicron 2, preoccupa lo studio dal Giappone. Sottovariante in 1 caso su 5: come evolverà il quadro dopo BA. 2
La comunità scientifica divisa sulla nuova mutazione, che in Danimarca è prevalente. Presente anche in Uk e Italia. Come potrebbe cambiare la situazione
In Italia il picco è passato, ma come abbiamo imparato in questi anni alle prese con le conseguenze del Covid, la situazione sanitaria nel nostro Paese è legata al quadro mondiale, non soltanto perché nessuna nazione può dirsi impermeabile e i flussi di persone in entrata e uscita non possono essere interrotti a lungo, ma anche perché l’aumento della circolazione del Covid accresce il rischio di nuove e pericolose varianti, come appunto al Omicron e la Delta prima di Omicron.
Varianti e quadro mondiale sono al centro di questo articolo: come procedono le infezioni da coronavirus nel mondo? Aumentano, diminuiscono o restano stabili? E, a proposito di nuove varianti, cosa sappiamo sulla BA.2, sottovariante della variante Omicron (anche detta Omicron 2), sulla quale già a fine gennaio erano stati accesi i riflettori?
- Covid, qual è la situazione nel mondo: i contagi diminuiscono. Oms: attenzione al Pacifico Occidentale
- Quanti tamponi a livello mondiale: il numero diminuisce, perché è importante
- Cosa sappiamo sulla sottovariante di Omicron: dominante in Danimarca, il 25% dei casi di Omicron sono di sottovariante
- Omicron 2, dobbiamo preoccuparci: cosa dicono gli esperti e un nuovo studio dal Giappone
- Quale sarà la situazione nei prossimi giorni: come evolverà il quadro dopo la sotto variante BA. 2
Covid, qual è la situazione nel mondo: i contagi diminuiscono. Oms: attenzione al Pacifico Occidentale
Sul primo punto i dati a nostra disposizione sono incoraggianti: a livello globale, la pandemia allenta la sua morsa e i casi sono diminuiti del 19% in tutto il mondo nella settimana dal 7 al 13 febbraio, nel confronto con la settimana precedente.
Tuttavia bisogna prendere atto di un quadro a due velocità e di un altro elemento che potrebbe essere significativo. L’aspetto delle due velocità è significativo, perché ci consente di capire la versione degli esperti su come evolverà la pandemia nelle prossime settimane e alla luce di Omicron 2. Ecco quindi il contesto globale.
Perché Cina, Corea del Sud, Oceania e isole del Pacifico preoccupano: c’entra il capodanno lunare
Innanzitutto, la regione del Pacifico occidentale (Oceania, isole del Pacifico e Asia Orientale) non ha ancora conosciuto il picco. In particolare, Cina e Corea del Sud hanno celebrato il Capodanno lunare. Durante la festività aumentano le riunioni di famiglia, un po’ come per noi a Natale, di conseguenza crescono le occasioni per la trasmissione del virus.
I dati indicano che la crescita si è inevitabilmente verificata, con un aumento del 19% nel numero di infezioni nella regione, rispetto alla settimana prima. C’è quindi da aspettarsi che questo sarà, nei prossimi giorni, un trend (localizzato) capace di compensare la decrescita, più accentuata in altre parti del mondo.
I casi sono in aumento anche in Russia, addirittura del 79% negli ultimi 15 giorni, e in Bielorussia, Slovacchia e Lettonia.
Quanti tamponi a livello mondiale: il numero diminuisce, perché è importante
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato un calo nel numero di tamponi effettuati in tutto il mondo. Significa che il quadro potrebbe risultare meno a fuoco, perché sono meno le persone che fanno i test anti-Covid. È un problema, non solo perché il numero dei malati a livello mondiale è sottostimato (lo si capisce anche dal confronto con il numero di morti), ma anche perché non si riesce a tenere traccia altrettanto bene della sottovariante Omicron BA. 2.
Personale ospedaliero in una terapia intensiva.
Cosa sappiamo sulla sottovariante di Omicron: dominante in Danimarca, il 25% dei casi di Omicron sono di sottovariante
Nonostante si parli di BA. 2 in termini di sotto variante, le mutazioni rispetto al ceppo Omicron originale sono così numerose da renderla diversa da Omicron quanto Alpha, Beta, Gamma e Delta lo erano l’una dall’altra.
BA. 2 in effetti è dominante in Bangladesh, Filippine, India, Pakistan e Cina, mentre la Danimarca ha annunciato che la sottovariante di Omicron ha superato BA. 1 (cioè la variante Omicron come l’abbiamo conosciuta). Secondo le stime dell’OMS, il 25% dei casi di Omicron in tutto il mondo sono riconducibili a BA. 2. Ci sono motivi di preoccupazione?
Omicron 2, dobbiamo preoccuparci: cosa dicono gli esperti e un nuovo studio dal Giappone
La risposta è anche in questo caso ambivalente. Nel senso che, secondo parte della comunità scientifica, non ci sarebbe ragione di allarmarsi per quanto riguarda la pericolosità della sottovariante Omicron 2, in quanto alcune delle evidenze prese in considerazione non suggeriscono una maggiore letalità di BA. 2 rispetto a BA. 1.
Inoltre, i vaccini conserverebbero la propria efficacia, tanto nei confronti della prima, tanto della seconda mutazione del coronavirus.
Tuttavia altre ricerche sostengono il contrario, e cioè che BA. 2 è più letale di BA.1. e in grado di resistere ad alcune delle armi a nostra disposizione contro il virus. Gli studi, che arrivano dal Giappone, e paragonano la pericolosità di BA. 2 a quella di alcune varianti precedenti a Omicron, come ad esempio Delta. BA. 2 inoltre, secondo i ricercatori nipponici, sarebbe in grado di resistere all’anticorpo monoclonale sotrovimab, utilizzato contro Omicron.
“Potrebbe essere, dal punto di vista umano, un virus peggiore del BA.1 e potrebbe essere in grado di trasmettere meglio e causare malattie peggiori”, ha dichiarato alla CNN Daniel Rhoads della Cleveland Clinic in Ohio, che non ha partecipato alla ricerca pubblicata su bioRxiv e non ancora sottoposta a revisione da parte della comunità scientifica.
BA. 2 è anche invisibile: come rilevare la “stealth Omicron” e alcuni numeri su Omicron 2
C’è un’altra caratteristica che rende BA. 2 piuttosto temibile, e cioè la sua “invisibilità” (è anche chiamata “stealth Omicron”, che si traduce come “Omicron invisibile”). Significa che per individuarla è necessario il sequenziamento, che rappresenta un passo in più rispetto a quanto attualmente si fa con Omicron.
In numeri: BA. 2 è fino al 50% più contagiosa di Omicron ed è presente in 74 Paesi. In Italia è stata individuata a fine gennaio in Liguria, presso il Policlinico San Martino inizialmente in un totale di due casi. È considerata dominante in Filippine, Brunei, Cina, Bangladesh, Danimarca, Montenegro, Nepal, Guam, India e Pakistan. Come già sottolineato, le evidenze a nostra disposizione sono contraddittorie: ad esempio, in Sud Africa e in Gran Bretagna, dove Omicron 2 ha preso piede, i ricoveri continuano a diminuire, mentre la Uk Health Security Agency segnala come non sia stato trovato, per il momento, nessun caso di reinfezione da Omicron 2 in chi ha già contratto Omicron.
Possiamo stilare un momentaneo bilancio, nonostante le ricerche sembrano andare in direzioni diverse?
Quale sarà la situazione nei prossimi giorni: come evolverà il quadro dopo la sotto variante BA. 2
Un’interpretazione, quella di Thomas Peacock, virologo dell’Imperial College di Londra, riportata dal New York Times prevede picchi più alti lì dove Omicron ancora deve superare il massimo di casi giornaliero (e quindi in Cina, Corea del Sud, Slovacchia, Russia, tra le altre nazioni, come appunto si diceva in apertura di questo articolo) e un rallentamento della decrescita nel numero di infetti lì dove, come in Italia, l’ondata di Omicron ha già superato il suo massimo grado di intensità.