Omicidio Sacchi, il padre: "Anastasiya responsabile morale"
Il padre di Luca Sacchi, il 24enne ucciso lo scorso ottobre a Roma, parla dopo il rinvio a giudizio per sei imputati
Ci sono dei responsabili materiali che meritano di scontare il massimo della pena “e poi c’è chi, per la morte di mio figlio, ha una responsabilità morale. Quella persona è Anastasiya che si è portata via Luca e ha permesso che accadesse tutto questo”.
Lo ha detto Alfonso Sacchi, padre di Luca, parlando con Messaggero e Corriere della Sera dell’omicidio del figlio 24enne, ucciso con un colpo di pistola alla testa la sera del 23 ottobre scorso all’esterno di un pub nel quartiere Appio Latino di Roma.
Il padre del giovane ucciso è stato sentito dai due quotidiani in seguito al rinvio a giudizio immediato ottenuto dalla procura per sei imputati, tra cui i due autori materiali dell’aggressione, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, e la fidanzata di Luca, Anastasiya Kylemnyk.
“Adesso voglio andare al processo e vedere se avrà il coraggio di guardarmi negli occhi. Voglio vederli in faccia gli assassini di Luca, per me sono tutti uguali”, ha detto il padre di Luca.
Alfonso Sacchi ha elogiato “la pm Nadia Plastina per come ha condotto le indagini. Temevo che si andasse avanti ben oltre l’estate e invece il 31 marzo c’è già il processo. Il quadro è chiaro: per i killer, e quello che gli ha fornito la pistola, mi aspetto l’ergastolo. Per Anastasia e Princi una condanna esemplare”.
“Nessuno – ha aggiunto – ci ridarà Luca, ma almeno si alleggerirà il peso che abbiamo sullo stomaco. Quando abbiamo letto del rito immediato ci siamo messi a piangere”.
Per Anastasiya, oggi Alfonso Sacchi prova “schifo. Se prima era una figlia, e poi non abbiamo capito il perché dei suoi comportamenti, adesso, dopo aver letto come trattava Luca, mi rendo conto che non ha nemmeno un briciolo di dignità. Oltre al fatto che gli ha scavato la fossa”.