,,

Luca Sacchi

Tutto sull'omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso a Roma nel 2019, vicenda che è rimasta avvolta nel mistero tra rapina finita male e scenari di malavita poi venuti a galla

di Luca Bucceri

Era la notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019 quando Luca Sacchi, 24enne romano figlio di un ristoratore del centro storico della Capitale, perse la vita nel corso di una rapina finita male nei pressi del pub John Cabot. Palcoscenico della tragedia è via Franco Bartoloni, nel quartiere dell’Appio Latino, dove Luca si trovava in compagnia della fidanzata Anastasiya Kylemnyk per una passeggiata in una normale serata a cavallo tra un mercoledì e un giovedì qualunque che però, nel giro di poche ore, si è trasformato in dramma per la famiglia del giovane.

A poco meno di tre anni di distanza dalla morte del giovane, a marzo 2022, sono arrivate le prime condanne per l’omicidio che ancora oggi, nonostante le indagini, è ricco di misteri e punti irrisolti. Una storia iniziata come una rapina finita male, ma che nascondeva ben altro dietro.

Chi era Luca Sacchi
Nelle ore successive all’aggressione, dopo che le condizioni del giovane sono peggiorate in ospedale fino al tragico epilogo, tutti parlavano di Luca Sacchi a Roma e non solo. Figlio di un ristoratore del centro storico della Capitale, Luca abitava a pochi passi dal luogo dove ha perso la vita. Diplomato al liceo scientifico Kennedy, il 24enne era appassionato di palestra, dove lavorava come personal trainer, e di moto.

Esperto di lotta greco-romana, Sacchi si allenava spesso nell’area attrezzi del Parco della Caffarella, poco distante dal luogo dell’omicidio. Fisico asciutto, sportivo e cordiale con tutti, Luca era un ragazzo semplice, forse anche “troppo gentile”- come hanno sottolineato più volte i genitori- che si faceva voler bene.

Da tempo legato sentimentalmente ad Anastasiya Kylemnyk, giovane di origine ucraine, proprio la sera tra il 23 e il 24 ottobre 2019 si trovava con lei davanti al locale John Cabot di Roma dove, nel giro di pochi istanti, la sua vita è stata spezzata e quella di tanti altri ragazzi è stata stravolta.

L’omicidio di Luca Sacchi e il mistero dello zaino
Un colpo di pistola alla testa, a bruciapelo e senza possibilità di scampo. Così è morto Luca Sacchi la sera tra il 23 e il 24 ottobre 2019 nella zona dell’Appio Latino, con il killer che si è subito dato alla fuga dopo aver premuto il grilletto. Sembrava il copione di una rapina riuscita male, ma nelle ore successive alla tragedia il quadro si è arricchito di dettagli e mistero che ha svelato molto di più.

Prima di morire, secondo le perizie e le testimonianze, Luca aveva provato a difendersi, ma l’aggressore ha avuto la meglio impugnando l’arma che ha fatto fuoco mortalmente verso il 24enne. A fuggire sono stati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, rispettivamente killer e aggressore di Luca, fermati pochi giorni dopo la morte del giovane che, si è scoperto successivamente, stava accompagnando la fidanzata per uno scambio di soldi e droga.

Il quadro emerso nel corso delle indagini, infatti, ha mostrato molto più di quanto accaduto, con una rapina architettata e una morte che, almeno sulla carta, poteva essere evitata. Luca e Anastasiya, quella sera, erano in compagnia di Giovanni Princi, amico della coppia, che aveva organizzato l’appuntamento. I due giovani portavano con sé uno zaino con dei soldi, poi quantificati in una cifra intorno ai 70.000 euro, che sarebbero serviti per lo scambio per circa 15 chili di marijuana.

Al momento dell’aggressione è stato proprio lo zaino l’oggetto del contendere, con Del Grosso e Pirino che avrebbero provato a sfilarlo ad Anastasiya e Luca, invece, pronto a difendere la ragazza. Ma nella colluttazione è partito il colpo mortale, col 24enne crollato inerme a terra, a pochi passi dal marciapiede davanti al pub romano.

Dello zaino, ancora oggi, non se ne ha notizia e la cifra al suo interno rimane avvolta nel mistero. Ma è grazie alle deposizioni di testimoni e persone informate dei fatti che oggi, a tre anni di distanza dall’efferato omicidio, è stato possibile ricostruire tutto.

Dalla fidanzata Anastasiya Kylemnyk a Del Grosso, Pirino, Princi e De Propris: gli indagati
Le persone interessate nella vicenda, oltre la vittima Luca Sacchi, sono la fidanzata Anastasiya, il killer Valerio Del Grosso, l’aggressore Paolo Pirino, l’amico Giovanni Princi e Marcello De Propris, il ragazzo che ha fornito a Del Grosso l’arma che ha ucciso Luca.

Di origini ucraine, Anastasiya Kylemnyk frequentava da diverso tempo Luca Sacchi che, secondo quanto riferito dalla famiglia, avrebbe fatto di tutto per proteggerla. Babysitter e modella, in Italia dal 2003, Anastasiya avrebbe avuto un ruolo chiave nella vicenda. Interessata all’acquisto di sostanze stupefacenti, la giovane avrebbe “preso parte attiva alle fasi finali della trattativa”, hanno detto i giudici.

Trattativa che, senza l’apporto fondamentale di Giovanni Princi, non sarebbe stata avviata. Amico d’infanzia di Luca, conosciuto al liceo, Princi è il ragazzo che secondo gli inquirenti avrebbe organizzato l’appuntamento per lo scambio di soldi per la droga. Secondo quanto emerso il giovane farebbe parte del gruppo Appio Tuscolano.

L’omicidio, però, si consuma con le azioni e i gesti di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. Il primo è l’esecutore materiale, il secondo l’aggressore che, secondo le indagini, avrebbe dato il via alla reazione di Luca. Dopo aver aggredito Anastasiya con una mazza da baseball, infatti, Pirino è stato a sua volta attaccato da Luca e nella colluttazione, con l’intervento di Del Grosso, sarebbe partito il colpo fatale al 24enne. “Non volevo uccidere nessuno” ha detto successivamente Del Grosso, mentre Pirino ha svelato di essere all’oscuro del fatto che l’amico avesse con sé una calibro 38 pronta a uccidere Sacchi.

Dopo qualche giorno l’arresto di Del Grosso è scattato grazie all’intervento di mamma Giovanna che, non vedendolo rientrare, lo ha denunciato alle forze dell’ordine: “Credo che c’entri qualcosa, ha fatto una cazzata”. Del Grosso, all’epoca dei fatti, era diventato papà da 6 mesi.

A fornire l’arma del delitto è stato invece Marcello De Propris. Il giovane di San Basilio, figlio di un volto noto alla giustizia, ha consegnato a Del Grosso una calibro 38 che la sera del 23 ottobre è entrata in azione, una pistola che- secondo quanto ricostruito dagli inquirenti- era stata appena ritirata dal killer.

Le condanne per l’omicidio di Luca Sacchi
Dopo anni di indagini, fatti di colpi di scena, accuse e controaccuse tra gli indagati, il 29 marzo 2022 sono arrivate le condanne per l’omicidio di Luca Sacchi. Mentre Giovanni Princi ha optato per il rito abbreviato, che lo ha portato a una condanna a quattro anni, a pagare più di tutti è stato Del Grosso, condannato a 27 anni per essere l’autore materiale dell’omicidio.

Per Paolo Pirino è arrivata la condanna a 25 anni di carcere per essere stato complice del killer, stessi anni a De Propris.
Nell'ambito del tentato acquisto della droga è stata indagata anche Anastasiya, per la quale era stato disposto l'obbligo di firma. Al termine delle indagini la giovane ucraina è stata condannata a 3 anni e 30.000 euro di multa per violazione della legge sugli stupefacenti.

"Ci fu violenza gratuita. Luca Sacchi aveva tutta la vita davanti" aveva detto la pm Giulia Guccione nella sua requisitoria dello scorso 11 febbraio. "L'esito ovviamente non ci può soddisfare ma con altrettanta chiarezza dico che le sentenze, come ho sostenuto fin dall'inizio, vanno lette prima di essere commentate. Prendiamo atto della decisione della Corte d'Assise, ci impegniamo nella lettura del provvedimento e faremo valere le nostre considerazioni nella sede naturale prevista dal processo penale", il commento dell'avvocato Giuseppe Cincioni difensore di Anastasiya.

Alla lettura della sentenza la famiglia di Luca Sacchi, alla quale è stata anche assegnata una provvisionale di oltre un milione di euro, ha commentato così: "L'ergastolo l'hanno dato a noi. Luca è morto per aiutare Anastasia e questo lei se lo deve ricordare a vita". Alfonso Sacchi, padre della vittima, ha sottolineato: "Noi ci aspettavamo l'ergastolo, quando ti muore un figlio vuoi il massimo della pena, comunque anche 27 anni sono tanti. Mi ritengo soddisfatto. Anastasiya? Con lei ci incrociamo, ma parlare no. Non mi aspetto più niente da lei. Per me conta che mio figlio sia uscito pulito e che chi ha sparato ha preso una pena severa".

Tutte le notizie su: Luca Sacchi
,,,,,,,,