'Ndrangheta, boss arrestato a Madrid: chi è Domenico Paviglianiti
Domenico Paviglianiti, boss della 'ndrangheta reggina, è stato arrestato a Madrid: condannato a 30 anni, era stato scarcerato per un errore di calcolo
I carabinieri di Bologna e la polizia spagnola hanno arrestato a Madrid il latitante della ‘ndrangheta Domenico Paviglianiti, 60 anni. Negli anni Ottanta e Novanta veniva chiamato “il boss dei boss”. Paviglianiti è destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per 11 anni, 8 e 15 giorni, emesso il 21 gennaio dalla Procura di Bologna.
‘Ndrangheta, boss arrestato a Madrid il boss Domenico Paviglianiti
Domenico Paviglianiti è accusato di associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Il boss era stato rimesso in libertà nell’ottobre 2019, sulla base di un erroneo calcolo della pena.
In quell’occasione aveva lasciato l’Italia, rifugiandosi in Spagna.
‘Ndrangheta, dalla scarcerazione alla latitanza: chi è Domenico Paviglianiti
Sulle tracce di Domenico Paviglianiti, nato nel 1961 a Reggio Calabria, la Procura di Bologna c’era da tempo.
Dal 21 gennaio è partita la caccia vera e propria per arrestarlo. Il fermo è avvenuto a Madrid grazie alla collaborazione tra la polizia spagnola, i carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, Eurojust e il Servizio di cooperazione internazionale di polizia.
Secondo gli investigatori, Paviglianiti era “l’elemento apicale dell’omonimo casato ‘ndranghetista, tuttora operante nei comuni di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri (provincia di Reggio Calabria) con ramificazioni nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del traffico interazionale di stupefacenti”.
Paviglianiti era stato condannato all’ergastolo, ma la pena era stata poi sostituita con un periodo di reclusione a 30 anni: la sentenza era arrivata dopo l’accertamento di una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati concernenti gli stupefacenti, commessi a partire dagli anni ’80.
Paviglianiti avrebbe avuto un ruolo importante anche nella seconda guerra di ‘ndrangheta, quando diverse famiglie della provincia di Reggio Calabria avevano appoggiato la cosca De Stefano nella faida con i Condello.
Il boss era però stato scarcerato perché era stato rilevato un errore nel calcolo della pena: errore che aveva permesso a Paviglianiti di uscire dal carcere nell’ottobre 2019. Da lì si era dato alla latitanza, rifugiandosi in Spagna.