Milano, grattacielo in fiamme: cosa è successo. L'ipotesi dell'esperto
Angelo Lucchini, docente al Politecnico di Milano, ha elaborato alcune ipotesi sull'incendio che ha distrutto il palazzo a Milano
Com’è stato possibile che un grattacielo di 15 piani sia andato completamente a fuoco nel giro di qualche ora? È questa la domanda che potrebbe sorgere guardando le terribili immagini del palazzo di via Antonini a Milano, il cui rivestimento esterno è avvampato coinvolgendo l’intero edificio. Il Corriere della Sera ha interpellato il professor Angelo Lucchini, docente di Architettura tecnica al Politecnico di Milano, esperto di edifici alti e di sicurezza.
Grattacielo in fiamme a Milano, l’ipotesi dell’esperto
Lucchini ha elaborato alcune ipotesi sulla base delle informazioni al momento note: “Visto che il fuoco pare si sia propagato solo all’esterno, se qualcosa non ha funzionato riguarda esclusivamente l’involucro e in particolare il suo rivestimento. Significa cioè che il sistema di sicurezza interno ha funzionato”.
Per Lucchini, l’incendio potrebbe essersi propagato molto velocemente “perché il rivestimento è stato realizzato con materiale combustibile, in grado di reagire rapidamente all’innesco che, per quanto è dato sapere, pare sia avvenuto a un piano alto”.
Grattacielo in fiamme a Milano, l’appello dell’esperto
Secondo l’esperto, un rivestimento combustibile è “inappropriato” in quanto “non si concilia con i requisiti di sicurezza rispetto al fuoco”. Ma sul tema non esiste un vero e proprio obbligo, in quanto “le linee guida preparate dai Vigili del fuoco per il Ministero, fatte peraltro molto bene, hanno valore di raccomandazione”.
L’appello di Lucchini, tuttavia, è di rendere obbligatorie queste indicazioni per evitare che episodi drammatici come questo, che per fortuna non avrebbe fatto registrare vittime, si ripetano.
L’incendio della Grenfell Tower di Londra
Esiste un precedente simile: l’incendio della Grenfell Tower a Londra, avvenuto il 14 giugno 2017. In quell’occasione, però, le vittime furono 72.
“Effettivamente c’è una forte analogia fra i due eventi – ha aggiunto Lucchini – nel caso milanese fortunatamente non vi sono stati problemi di evacuazione grazie al probabile rispetto delle regole costruttive sulla compartimentazione che hanno evitato alle fiamme di aggredire i piani interni. A Londra invece no ed è stata una tragedia“.
Nel grattacielo andato in fiamme a Milano abitava anche il cantante Mahmood. Sui social, Morgan ha testimoniato l’evento in quanto abita nei pressi dell’edificio interessato.