Livorno, morta dopo il rave: chi era Moira Piermarini
Proseguono le indagini, si attendono i risultati dell'autopsia sul corpo della 30enne
Bella e fragile, con alle spalle un’adolescenza difficile, segnata dalla separazione dei genitori: così Repubblica descrive Moira Piermarini, la 30enne trovata morta lunedì mattina nell’area ex Trw a Livorno, dove nella serata di domenica si era concluso un rave party di tre giorni non autorizzato.
Il corpo della donna, riporta il quotidiano, era stato rinvenuto all’interno dell’auto di un uomo conosciuto quella sera, con accanto una dose di metadone. Ad avvertire le autorità, sarebbe stato un gruppo di ragazzi.
Secondo quanto riporta l’Ansa, la Squadra Mobile di Livorno ha ipotizzato che la giovane sarebbe arrivata a Livorno in treno con un amico, alle 7 di mattina di venerdì 1 novembre. Pertanto avrebbe partecipato al rave fin dal primo giorno.
Nata a Roma, Moira Piermarini era figlia di un poliziotto in pensione, a lungo in servizio presso la questura di Pisa. La sua famiglia aveva vissuto per vent’anni a Vecchiano (Pisa). Dopo la separazione dei genitori, la 30enne si era trasferita con la madre a Pisa nell’abitazione della nonna materna.
La ragazza lavorava come parrucchiera. Secondo quanto raccontano gli amici, trascorreva il suo tempo libero tra feste e passeggiate con il suo amato cane Ira. Aveva un rapporto conflittuale con il papà, dal quale si era allontanato. Da adolescente non aveva superato la separazione dei genitori, tanto da cadere nell’abbraccio delle droghe.
Sul suo profilo Facebook la 30enne aveva pubblicato poco tempo fa una lunga autocritica sul suo passato: “Ho sempre scelto strade sbagliate, persone sbagliate, ho scelto una vita sbagliata…Sicuramente se potessi tornare indietro non mi sarei fatta così tanto del male… in primis a me stessa e in secondo luogo alle persone che credevano fortemente in me”.
Le indagini per la morte della ragazza morta dopo il rave
Intanto proseguono le indagini sulla morte di Moira Piermarini. Sulla vicenda, secondo quanto riporta l’Ansa, la Procura di Livorno ha aperto un fascicolo contro ignoti, per morte in conseguenza di altro reato e per spaccio di stupefacenti.
Diversi testimoni presenti al rave party sono stati ascoltati per ricostruire la vicenda. Gli inquirenti attendono gli esiti dell’autopsia, affidata all’Istituto di medicina legale di Pisa, e degli esami tossicologici disposti sul corpo della ragazza per capire le cause della morte e ottenere ulteriori elementi utili alle indagini.