La storia di Mario Biondo trovato morto a Madrid raccontata da Netflix e Le Iene: perché il caso è archiviato
Su Netflix è arrivata la docu-serie Le ultime ore di Mario Biondo, relativa al caso archiviato dell'italiano trovato morto a Madrid: la sua vicenda
La giustizia, sia spagnola che italiana, si sono fermate: per una si è trattato di suicidio, l’altra non può procedere ed ha archiviato il caso. La morte di Mario Biondo, italiano trovato senza vita a Madrid, continua però a essere avvolta dal mistero e persino la nuova serie Netflix non aiuta a far luce su quanto accaduto.
- Chi è Mario Biondo, trovato morto "impiccato" nel maggio 2013
- Perché il caso è stato archiviato anche dalla giustizia italiana
- I genitori del cameraman italiano contro la docu-serie Netflix
- Anche Le Iene contro le ricostruzioni del documentario
Chi è Mario Biondo, trovato morto “impiccato” nel maggio 2013
Bisogna tornare indietro di dieci anni per riepilogare chi fosse e cosa sia accaduto a Mario Biondo. Cameraman italiano di 30 anni, l’uomo viveva a Madrid assieme alla moglie, la presentatrice televisiva Raquel Sánchez Silva.
Mario è stato trovato morto nel suo appartamento il 30 maggio 2013, impiccato con una pashmina ad una libreria. Per la procura spagnola, si è trattato di suicidio, ma sin da subito i familiari dell’italiano hanno osteggiato questa ipotesi: troppe le cose che non tornano nella sua morte.
Foto dal matrimonio di Mario Biondo e Raquel Sánchez Silva
È stato detto che facesse uso di cocaina, ma gli esami tossicologici condotti in seguito non hanno dato evidenza di questo fatto. Per la giustizia spagnola potrebbe anche essersi trattato di un gioco erotico finito male, auto-asfissia, ma anche questa strada non sembra aver mai convinto la famiglia.
Perché il caso è stato archiviato anche dalla giustizia italiana
Nonostante sulla vicenda siano ancora molti i punti oscuri, compreso il possibile ruolo della moglie il cui comportamento ha sempre insospettito i genitori, l’inchiesta sul decesso di Mario Biondo è stata archiviata anche dalla giustizia italiana.
Il gip di Palermo Nicola Aiello non ha avuto alternative, ad agosto del 2022: si è ritrovato di fronte a limiti processuali dovuti alla distanza di tempo dai fatti. Come sottolineano dall’avvocato Fabio Falcone in un’intervista a Vanity Fair, però, per il giudice non è stato suicidio.
“Non c’erano elementi sufficienti per poter andare avanti, ma nemmeno lui credeva all’ipotesi del suicidio, o comunque non era cosa così ovvia come la polizia spagnola ha voluto far passare”, ha detto, sottolineando che nel fascicolo del pm ci sono elementi che “smentiscono la tesi suicidaria e lasciano pensare che Mario Biondo fu ucciso da mano rimasta ignota e successivamente collocato in una posizione atta a simulare un suicidio“.
I genitori del cameraman italiano contro la docu-serie Netflix
Il suo caso è stato trattato a lungo dalla trasmissione Le Iene e ora anche da una docu-serie uscita su Netflix dal titolo Le ultime ore di Mario Biondo. Nelle tre puntate trovano spazio anche i genitori dell’uomo, ma non come speravano. Il taglio scelto dal documentario sembra infatti andare a sostenere quelle piste che secondo loro sono assolutamente incompatibili con la morte del figlio.
“Dà un’impronta contraria rispetto al nostro percorso giudiziario” ha detto l’avvocato Falcone, ma non è stupito: “È stata prodotta da Guillermo Gómez, ex manager di Raquel Sánchez Silva”. Qui, viene ribadita l’ipotesi dell’auto-asfissia, ma le ricerche sul computer relative a questa pratica sono successive alla sua morte.
Perché i genitori si sono prestati a partecipare al documentario Netflix, allora? “Quando i signori Biondo hanno firmato il contratto per autorizzare le riprese, c’era il nome di una società diversa da quella che poi ha gestito la produzione e che si è scoperto essere di Guillermo Gómez” ha detto il legale.
Anche Le Iene contro le ricostruzioni del documentario
I genitori non sono i soli ad avere qualcosa da ridire sulla ricostruzione del documentario. La redazione de Le Iene, in onda stasera giovedì 16 novembre 2023 alle 21.15, affronterà di nuovo il caso per rispondere alle accuse contenute nella serie Netflix e avanzate da Selvaggia Lucarelli.
La giornalista ha dichiarato che il programma Mediaset avrebbe ribaltato la verità e insistito sulla tesi solo per fare più puntate, ma per l’ideatore e autore Davide Parenti ci sono diverse inesattezze nei fatti riportato. Viene citato ancora il fatto che dietro a tutto ci sia l’ex agente della moglie di Mario Biondo.