La Russia usa delle navi ponte per esportare il petrolio in Cina: un sistema speciale contro le sanzioni
In questo modo Mosca sta aggirando le sanzioni dell'Occidente e riesce a esportare le materie prime verso la Cina, l'India e gli Emirati Arabi Uniti
Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:
Mentre sempre più compagnie di logistica abbandonano la Russia per timore delle ricadute economiche per le sanzioni imposte dall’Occidente, stanno nascendo nuove tratte per trasportare il greggio dagli Urali. I nuovi modi di trasportare il petrolio sono più costosi e rischiosi, ma dalla Cina c’è chi è disposto a pagare un alto prezzo per garantire un flusso costante di importazioni. E così a Est si aggirano le sanzioni dell’Occidente.
- Le nuove rotte del petrolio e l'asse tra Pechino e Cina
- La Russia vende il greggio a Cina, India ed Emirati Arabi
- Chi sono i concorrenti della Russia nella vendita del petrolio
Le nuove rotte del petrolio e l’asse tra Pechino e Cina
Il greggio sta viaggiando adesso verso la Cina partendo dal porto petrolifero russo di Kozmino, a 85 chilometri a Sud Est di Vladivostok, e raggiungendo la Corea del Sud. Lì i carichi vengono trasferiti su maxi petroliere che poi arrivano nella potenza orientale. Un sistema di navi ponte che sostituisce le vecchie tratte dirette e risolve il problema della mancanza di grandi navi cisterne in Russia.
Il Paese ha costi estrattivi del petrolio molto bassi, e può permettersi di vendere le materie prime a prezzi decisamente inferiori rispetto ai concorrenti e sotto le cifre del mercato, con il greggio quotato a 100 dollari al barile nelle Borse internazionali. L’asse tra Pechino e Mosca però non riguarda solo gli accordi per l’oro nero, ma potrebbe ridisegnare gli equilibri geopolitici ed economici dell’intero globo.
La Russia vende il greggio a Cina, India ed Emirati Arabi
Il Cremlino si allontana sempre più dall’Europa, anche a fronte dell’imminente embargo sul petrolio russo su cui però i Paesi comunitari non hanno ancora trovato un accordo. I promotori della misura, come il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, ritengono però che a giorni l’Ue potrebbe muoversi in tal senso, tagliando le forniture da Mosca.
Che invece ha deciso di puntare sui mercati orientali, con la Cina, l’India e gli Emirati Arabi Uniti in pole position come acquirenti, a prezzi “calmierati”, del greggio.
Fonte foto: ANSA
Chi sono i concorrenti della Russia nella vendita del petrolio
Tutto a discapito di Iran e Venezuela. Anche Teheran ha usato la Cina per sfuggire alle sanzioni occidentali, e finora è stato il primo fornitore di petrolio. Tuttavia la materia prima persiana è di una qualità inferiore rispetto a quella che arriva dagli Urali, che ha meno contenuto di zolfo e quindi può essere raffinata molto più velocemente.
Insomma, la partita dell’oro nero potrebbe ridefinire i rapporti tra diverse potenze, oltre che spezzare ulteriormente i legami tra l’Occidente e il Cremlino. Con effetti a lungo termine sull’economia mondiale difficilmente prevedibili.
