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La giornalista Silvia Giacomoni è morta: moglie di Giorgio Bocca, si è occupata di cultura, moda e Bibbia

Silvia Giacomoni è stata una nota giornalista con una lunghissima carriera, moglie di Giorgio Bocca e amica del cardinale Carlo Maria Martini

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La nota giornalista Silvia Giacomoni, moglie di Giorgio Bocca, è morta a Milano a 87 anni. Nel corso della carriera si occupò a lungo di cultura e di moda maschile, per poi approdare a temi più complessi e spirituali diventando, lei agnostica, amica del cardinale Carlo Maria Martini.

Chi era Silvia Giacomoni

Silvia Giacomoni è stata una giornalista, scrittrice e compagna di vita di Giorgio Bocca. Era nata a Genova nel 1938, ma è quasi sempre vissuta a Milano, dove ha compiuto gli studi classici, si è laureata in Lettere, ha insegnato, ha tradotto e ha lavorato per il quotidiano La Repubblica sin dalla fondazione.

Ha pubblicato diverse inchieste giornalistiche e romanzi come Miseria e nobiltà della ricerca in Italia, 1979, L’Italia della moda, 1984, Vieni qua, assassina, 1993; L’ira di Dio, 1995.

Giorgio Bocca e Silvia GiacomoniFonte foto: Ipa

Giorgio Bocca e Silvia Giacomoni

Si è quindi dedicata agli studi biblici, pubblicando nel 2004 La Nuova Bibbia Salani, una parafrasi dell’Antico Testamento, e nel 2007 una riscrittura del Vangelo di Matteo (Dice Matteo). Nel 2008 era uscito il saggio Alessandro Manzoni: quattro ritratti stravaganti.

La carriera di Silvia Giacomoni

Come ricorda La Repubblica, Silvia Giacomoni è stata per lunghi anni la vita del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari con la sua “curiosità severa, i suoi giudizi tranchant, la sua voce rauca, il suo spirito ironico e tagliente espressione di un modo di fare giornalismo che coincideva con un modo di stare al mondo che oggi è raro trovare”.

In un’intervista del 2022, sempre alla testata in cui aveva lavorato, raccontò che si occupava della pagina della Cultura ma, a causa di un litigio col suo capo, chiese all’allora direttore Scalfari di essere passata alla redazione di Cronaca o agli Interni.

“Lui era scocciato e mi ha chiesto: che cosa faresti, per gli Interni? Gli ho detto che avrei provato a fare un’inchiesta sulla diocesi di Milano dove fervevano grandi agitazioni perché il Papa polacco aveva deciso di mandare un arcivescovo che rompeva con la tradizione ambrosiana, era piemontese, era biblista, era gesuita. Scalfari mi ha detto: prova. Io ho provato e così mi sono trovata anche alla prima conferenza stampa di Martini”.

La vita privata di Silvia Giacomoni

La giornalista aveva avuto due figli, Guido e Davide, dall’avvocato Mario Besana, e crebbe con Giorgio Bocca la prima figlia di lui, Nicoletta. Il salotto e i pranzi nella casa in zona di corso Magenta dove viveva la coppia furono per decenni un luogo di incontri per i protagonisti della vita intellettuale e politica di Milano.

In un’intervista a La Repubblica nel 2017 aveva parlato della mancanza del marito, scomparso nel 2011. Nello studio di Giorgio Bocca c’erano un mucchio di scatoloni con i testi del marito divisi tra saggi, inglesi, francesi, storia partigiana, tutti per la figlia Nicoletta.

“Da quando è morto – aveva detto Giacomoni – il suo studio era rimasto intatto. Un pezzo della casa in cui non entravo più. Un senso di tristezza grande“.

“Sono portatrice di una cosa che si chiama dolore. E siccome – aveva aggiunto – io sono sempre stata una maleducata, Silvia perfidia era il mio soprannome, rivendico il diritto di essere infelice perché ho perso un marito molto amato e molto rompiballe”.

Morta Silvia Giacomoni Fonte foto: ANSA
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