L'esercito di Israele ritira le truppe di terra dal Sud di Gaza: possibile minaccia dall'Iran, cosa succede
Israele ha deciso di ritirare le truppe di terra dal sud di Gaza: fra le ipotesi sulle motivazioni la possibile minaccia da parte dell'Iran
Dopo mesi di intensi scontri, l’esercito di Israele ha richiamato tutte le sue truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza. La mossa, che prevede la sola permanenza di un contingente a presidiare il Corridoio Netzarim, al momento non è legata a motivazioni ufficiali. L’ipotesi è che ci sia una possibile correlazione con avvisaglie di un imminente attacco da parte dell’Iran, segnalato dagli Stati Uniti, che temono una possibile rappresaglia di Teheran entro la fine del Ramadan, che potrebbe estendere la portata del conflitto.
- Via le truppe di terra dal sud di Gaza: la mossa di Israele con l'Iran sullo sfondo
- Il ministro della Difesa sulla minaccia iraniana
- L'avviso degli Usa sulla rappresaglia imminente dall'Iran
Via le truppe di terra dal sud di Gaza: la mossa di Israele con l’Iran sullo sfondo
Dopo 4 mesi di guerra, la decisione di ritirare le proprie truppe di terra dalla Striscia sorprende gli analisti che si affrettano a individuare la possibile motivazione, considerando che nessuna spiegazione ufficiale è arrivata da Israele.
A restare a Gaza rimane solo la Brigata Nahal, incaricata di proteggere il Corridoio Netzarim, che attraversa la Striscia da nord a sud lungo la costa.
Yoav Gallant, ministro della Difesa, ha dichiarato che Israele è pronto a eventuali attacchi da parte dell’Iran
In assenza di chiarimenti da Tel Aviv, le speculazioni portano a collegare la mossa con gli avvertimenti degli Stati Uniti riguardo a un possibile attacco da parte dell’Iran nella regione, coinvolgendo obiettivi israeliani e americani.
Il ministro della Difesa sulla minaccia iraniana
Yoav Gallant, ministro della Difesa, ha dichiarato che lo Stato è pronto a ogni evenienza. “L’apparato della Difesa ha completato i preparativi di risposta in caso di qualsiasi scenario che si possa sviluppare con l’Iran” ha affermato.
Queste parole giungono dopo una valutazione con i capi delle operazioni militari e dell’intelligence. Le minacce di reazione da parte di Teheran sono considerate concrete, in seguito al raid israeliano sul consolato iraniano a Damasco.
L’azione, avvenuta lo scorso 1 aprile, ha portato alla morte del comandante delle Guardie della Rivoluzione Islamica in Siria e di altri cinque ufficiali.
L’avviso degli Usa sulla rappresaglia imminente dall’Iran
Negli Usa gli alti funzionari vedono come inevitabile la risposta di Teheran, un sentimento condiviso anche da Israele, che si preparerebbe al peggio richiamando i riservisti e chiudendo ambasciate, come a Roma.
Durante i funerali di un alto ufficiale ucciso a Damasco, il capo di Stato Maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, ha chiaramente dichiarato che la vendetta dell’Iran è ormai certa. “La vendetta dell’Iran è inevitabile e sarà Teheran a decidere come e quando effettuare l’operazione” ha affermato
Seyyed Yahya Safavi, consigliere della Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei, ha dichiarato che “nessuna delle ambasciate del regime sionista è più al sicuro. Il fronte della resistenza determinerà il destino di questa regione sotto la guida dell’Iran”.