Forlì, l'avvocato del 64enne che si è tolto la vita accusa Le Iene: "Estremi per istigazione al suicidio"
La famiglia del pensionato suicida dopo la divulgazione in tv della vicenda di catfishing a Forlì sarebbe intenzionata a portare Le Iene in tribunale
Il tragico caso di catfishing accaduto a Forlì ha portato Le Iene nell’occhio del ciclone mediatico. Dopo il servizio della celebre trasmissione di approfondimento e attualità, il pensionato 64enne che aveva finto a lungo di essere una donna mentre chattava con un 24enne, che nel 2021 si è suicidato dopo averlo scoperto, si è tolto a sua volta la vita domenica scorsa.
La vicenda potrebbe adesso finire in tribunale: l’ipotesi è che l’uomo sia stato istigato a compiere l’estremo gesto. Intanto Le Iene secondo le indiscrezioni apriranno la puntata di martedì 8 novembre con un intervento sulla vicenda.
- Possibile esposto in tribunale
- Perché si pensa all'istigazione al suicidio
- Manifesti in città sotto la lente delle indagini
Possibile esposto in tribunale
I familiari del pensionato sperano che si possa andare d’ufficio contro il programma di Italia 1. Nel caso in cui dovesse essere aperto dalla Procura di Forlì un procedimento, sarebbero determinati a costituirsi parte civile.
Teatro della tragica vicenda il comune di Forlimpopoli, in provincia di Forlì
Ma secondo quanto si apprende la famiglia sta anche valutando insieme al proprio legale un esposto per istigazione al suicidio. Gli estremi ci sarebbero “senza incorrere nella calunnia”. L’avvocato ha dichiarato a LaPresse che “Le Iene l’hanno fatta grossa”.
E si valuta anche l’ipotesi legata alla violenza privata. “A cominciare da come è stato bloccato per realizzare il servizio impedendogli i movimenti “, ha spiegato il legale, ma non solo: la trasmissione è andata in onda “nonostante una diffida per iscritto”.
Perché si pensa all’istigazione al suicidio
In merito all’ipotesi di istigazione al suicidio, il legale della famiglia del 64enne ha spiegato al ‘Corriere della Sera’ che, nella divulgazione della vicenda in televisione, la tesi implicita che l’uomo “avesse provocato la morte di Daniele aveva scatenato una gogna pubblica“.
Nel servizio, andato in onda il 1° novembre, il pensionato era stato rintracciato dall’inviato de Le Iene Matteo Viviani mentre si trovava nelle vie del centro di Forlimpopoli insieme alla madre inferma.
Il fatto è che il 64enne sarebbe poi stato riconosciuto da alcuni suoi compaesani a causa di alcune connotazioni fisiche, evidenti nonostante la censura del volto, e degli ambienti ripresi dalle telecamere. Per questo motivo si pensa che non abbia retto alla vergogna e si sia quindi suicidato.
Manifesti in città sotto la lente delle indagini
Il giorno dopo la messa in onda del servizio erano comparsi sui muri manifesti con gravissime scritte nei confronti del pensionato, come “devi morire” o “devi bruciare all’inferno”. Così lui aveva deciso nelle ore successive di rivolgersi ai carabinieri della stazione locale per sporgere denuncia contro ignoti.
Il ‘Corriere della Sera’ ha precisato che a finire sul registro degli indagati per istigazione al suicidio potrebbero essere più gli anonimi autori dei manifesti piuttosto che la trasmissione di Italia 1, che sarebbe coperta dal diritto di cronaca e dall’aver comunque condotto l’intervista in strade pubbliche.