Filetto di tonno ritirato per istamina dai supermercati, qual è il lotto richiamato dal Ministero della Salute
Filetti di tonno ritirati dai supermercati per presenza di istamina oltre la norma: rischio chimico, il richiamo del Ministero della Salute
Rischio chimico. Il Ministero della Salute ha reso noto di aver richiamato del filetto di tonno dai supermercati per presenza di istamina oltre i limiti normativi consentiti. Si tratta della versione striata congelata a marchio Oltremare. I lotti coinvolti sono due: cosa fare nel caso in cui si siano acquistate le confezioni e quali sono i rischi nel caso si sia consumato il prodotto in questione.
- Quali sono i lotti a rischio
- Cosa fare se si sono acquistati i filetti di tonno ritirati
- Cos'è l'istamina e quali sono i rischi per l'uomo
Quali sono i lotti a rischio
Il Ministero della Salute ha disposto il ritiro di due lotti, considerato a rischio chimico, martedì 2 gennaio 2024: riscontrata la presenza di istamina oltre i limiti normativi consentiti.
Quello che si sa è che il marchio di identificazione dello stabilimento è 514 (India) e che il filetto di tonno è stato commercializzato da Effegi Service Spa, azienda della provincia di Mantova, con il marchio Oltremare.
Il filetto di tonno ritirato dal Ministero della Salute
I lotti coinvolti – con numeri di stabilimento 514 e TMC 07/2025 – sono:
- 3H05;
- 3H06.
Cosa fare se si sono acquistati i filetti di tonno ritirati
Se avete acquistati il prodotto di uno dei lotti in questione, la raccomandazione delle autorità sanitarie è di non consumarne il contenuto.
Anzi, va riportato al punto vendita per richiederne la sostituzione o il rimborso.
Cos’è l’istamina e quali sono i rischi per l’uomo
Come spiegato tra gli altri anche dalla Ulss 1 delle Dolomiti, l’intossicazione da istamina, nota anche come sindrome sgombroide si può verificare come risultato della decomposizione dell’istidina, un amminoacido presente nelle specie appartenenti alle famiglie Scombridae e Scomberascidae, tonno, sgombro, sarde, sardine, acciughe, da cui la patologia prende il nome.
Il deterioramento batterico e la produzione di istamina possono avvenire in ogni fase della filiera.
Aviene in caso di conservazione del pesce a temperature inadeguate, quando non vengono mantenute costantemente sotto i 4 gradi.
La sindrome sgombroide è una patologia che si sviluppa attraverso la reazione di un enzima che si trova in alcune specie batteriche nell’intestino o nella pelle del pesce.
Il deterioramento dell’alimento non si può avvertire perché inodore e insapore.
L’istamina è già presente nel nostro corpo, serve a regolare il sistema immunitario e non è tossica di per sé.
Quando però è liberata in grandi quantità può provocare una reazione allergica che, nel caso di assunzione di un alimento deteriorato, si manifesta attraverso un’intossicazione alimentare.
La quantità di istamina necessaria per provocare degli effetti varia da soggetto a soggetto a seconda di fattori come sensibilità individuale, peso corporeo, composizione del pasto (alcool, verdure e formaggi), farmaci assunti e patologie.
La sindrome sgombroide può provocare diversi sintomi, che si manifestano da qualche minuto a qualche ora dopo l’ingestione del prodotto:
- manifestazioni cutanee comuni (rash cutaneo particolarmente localizzato al viso e al collo, sensazione di intenso calore, orticaria, edema facciale, ponfi, iperemia congiuntivale, prurito);
- sintomi gastrointestinali (diarrea, dolore addominale, nausea, vomito, bruciore, gonfiore della bocca e della lingua);
- sintomi emodinamici (ipotensione, vertigini);
- sintomi neurologici (mal di testa, palpitazioni, formicolio, disturbi alla visione, tremori, debolezza, sensazione di calore).