Di Fazio, nuovi sviluppi: il racconto dell'ex moglie

Continuano le indagini su Antonio Di Fazio, il manager sospettato di essere uno stupratore seriale: l'ex moglie è stata sentita dai pm

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato: 28-05-2021 20:40

Emergono nuovi dettagli sul caso di Antonio Di Fazio, il manager milanese accusato di essere uno stupratore seriale, in carcere da venerdì 21 maggio. L’imprenditore farmaceutico è in carcere dal 21 maggio con l’accusa di avere drogato e violentato una studentessa 21enne.

A fine marzo avrebbe convinto la giovane a seguirlo a casa sua con la scusa di una riunione di lavoro, per poi drogarla e violentarla, documentando l’atto con diverse foto, che la ritraevano nuda e senza sensi, rinvenute nel telefono dell’uomo.

Sul dispositivo gli inquirenti hanno trovato altre immagini dello stesso tenore, tanto che nell’ordinanza cautelare il gip ha definito l’imprenditore come un “novello Barbablù“.

Dopo l’arresto si sono fatte avanti altre ragazze per denunciare le violenze subite con lo stesso modus operandi. Il sospetto è che l’imprenditore possa aver iniziato con le violenze già una decina di anni fa.

Di Fazio, il racconto dell’ex moglie

I primi episodi agli atti sarebbero ai danni della ex moglie, da cui ha divorziato nel 2012. La donna, sentita in queste ore in procura, ha ricostruito la sua vita con l’ex marito, un “racconto lungo e doloroso”, secondo quanto riporta l’Ansa.

La donna ha confermato il ‘modus operandi’ già emerso in questi giorni e il contesto di maltrattamenti, violenze e narcotizzazioni già emerso dal racconto delle altre presunte vittime.

La donna si separò da Di Fazio nel 2009 e all’epoca lo aveva denunciato per maltrattamenti. Denunce che oggi vengono rilette dagli inquirenti sotto una luce diversa, sulla base degli ultimi episodi contestati al 50enne.

I pm stanno anche valutando gli atti contenuti nella causa di separazione. Sembra infatti riproporsi uno schema simile a quello seguito con altre presunte vittime, riguarda soprattutto l’uso di narcotici con cui anche lei sarebbe stata stordita e tenuta in uno stato di “soggezione” psicologica.