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Da Trump dazi al 25% sulle auto europee dal 2 aprile, cosa succederà al nostro settore dell'automotive

Ursula von der Leyen esprime rammarico per i dazi di Trump sulle auto, ma tiene aperta la porta della diplomazia annunciando al contempo contromisure

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I dazi di Donald Trump sulle auto prodotte in Europa, e non solo, saranno operativi a partire dal 2 aprile, quello che il presidente Usa ha annunciato come un nuovo “giorno della liberazione”. “Procederemo con i dazi del 25% permanenti su tutti i veicoli prodotti fuori dagli Usa”, ha dichiarato Trump. Alla politica Ue e al mondo dell’automotive non resta che riorganizzarsi.

Dazi anche a Messico e Canada

Donald Trump intende introdurre dazi su tutti quei Paesi responsabili del disavanzo commerciale degli Stati Uniti. Gli Usa, in sintesi, da alcuni Paesi importano più di quanto esportano e Trump intende riequilibrare la bilancia.

Fra meno di una settimana, le tariffe si applicheranno anche all’import da Canada e Messico, i due maggiori partner commerciali, legati da un accordo di libero scambio.

Dazi Trump auto EuropaFonte foto: IPA

Donald Trump

Il dettaglio non è banale: molti produttori che esportano in Usa, fra i quali alcuni cinesi, hanno installato stabilimenti in Messico sfruttando il minore costo del lavoro e l’accordo di libero scambio che permette (o permetteva) un export a prezzi calmierati. Dal 2 aprile, i dazi trumpiani rimoduleranno ogni equilibrio.

La replica di Ursula von der Leyen a Donald Trump

Trema l’Europa, in cui l’automotive è il primo settore manufatturiero che produce circa il 7% del Pil comunitario, dando lavoro a 13 milioni di persone, direttamente o indirettamente. Ed ha ragione di tremare, considerato l’affanno di produttori che sembravano inattaccabili come Volkswagen (Audi compreso), Mercedes Benz, Bmw e Porsche, per non parlare degli altri.

Si ricorda, inoltre, che il Piano Ue di rilancio del settore auto, improntato al più ferreo Green deal, dovrà fare i conti con il recente fallimento del più grande produttore di batterie elettriche, la svedese Northvolt. Le automobili europee, in sintesi, si ritrovano a percorrere una strada in salita e con il freno a mano tirato.

Ma Ursula von der Leyen, non si arrende. Pur dichiarandosi “profondamente rammaricata“, la presidente della Commissione europea afferma che “l’Ue continuerà a cercare soluzioni negoziate, salvaguardando al contempo i suoi interessi economici”, aggiungendo che “le tariffe sono tasse: cattive per le imprese, peggio per i consumatori ugualmente negli Stati Uniti e nell’Unione europea”.

Quali rischi per l’automotive europeo

Il risultato dei dazi di Donald Trump potrebbe essere un aumento dei prezzi per i consumatori finali, con un rallentamento delle vendite che si tradurrebbe in un danno a tutti gli operatori della filiera. D’altra parte, nella precedente amministrazione Trump, le misure protezionistiche applicate si tradussero in un aumento dei prezzi.

Cox Automotive stima che un’auto prodotta negli Usa finirebbe per costare 3 mila dollari in più, mentre un’auto prodotta in Canada o in Messico fino a 6 mila dollari in più.

Per mitigare l’impatto dei dazi, alcune case automobilistiche europee potrebbero considerare di aumentare la produzione direttamente negli Stati Uniti, evitando così le tariffe sulle importazioni. Ma questa strategia richiede investimenti significativi e tempi di attuazione non immediati.

La strategia, inoltre, si tradurrebbe in un impoverimento della filiera europea, con migliaia di licenziamenti e stabilimenti chiusi, sia nella produzione diretta delle auto che fra i fornitori.

Nell’immediato, l’Europa reagirà con un pacchetto di misure da 26 miliardi, dopo che gli Stati Uniti hanno colpito l’acciaio e l’alluminio, che si applicherà dal 12 aprile. In Italia la sola minaccia dei dazi al 200% ha mandato in shock il settore del vino, paralizzandolo.

Giorgia Meloni punta ancora sull’approccio soft: “L’agroalimentare si tutela dai dazi con la diplomazia”.

Quante auto ha esportato l’Italia nel 2023 e nel 2024

Nel 2023, ultimo dato annuale disponibile come riportato anche da Motor1, l’Italia – secondo i dati Anfia – ha esportato verso Usa  74.731 auto, ossia il 20,9% del totale di auto italiane esportate in tutto il mondo (358.203), per un valore di 3,88 miliardi di euro.

La percentuale è calata al 12,6% da gennaio a ottobre 2024 (25.202 auto), per un totale di 2,85 miliardi di euro. Nello stesso periodo le auto Usa importate in Italia sono state solo 3.415 (0,3% del totale di importazioni di auto estere in Italia).

L’aumento dei dazi potrebbe far calare ancora di più l’export italiano nel settore automotive verso gli Usa.

Quali sono le auto italiane più vendute negli Usa

Ecco quali sono le auto italiane più vendute negli Stati Uniti (dati 2023-2024):

  • Fiat
  • Alfa Romeo
  • Maserati
  • Ferrari
  • Lamborghini

I dazi affossano le auto europee

Nel frattempo, la mattinata di giovedì 27 marzo vede scompiglio sui mercati dopo l’annuncio di Trump.

In Borsa, infatti, il settore dell’auto cede il 3,3%.

Tra le case automobilistiche a Piazza Affari:

  • Stellantis cede il 5,3%
  • Mercedes -5,5%,
  • Bmw -4,5%
  • Volkswagen -4%
  • Porsche -4,9%
  • Renault -0,6%

Dazi Trump auto Europa Fonte foto: IPA
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