Covid, membro Cts: "Terremoto per 16 mesi, sì obbligo vaccinale"
Il membro del Cts Sergio Abrignani sostiene che ci debba essere l'obbligo di vaccinazione e invita a prepararsi a una lunga convivenza con il Covid
Sergio Abrignani, membro del Comitato Tecnico Scientifico (Cts), ospite di ‘Mezz’ora in più su Rai3 ha rilasciato delle dichiarazioni molto nette sulla pandemia e sui vaccini. L’esperto ha raccontato che all’interno del Cts non si è mai discusso di obbligo vaccinale ma che secondo lui andrebbe messo senza se e senza ma. Inoltre ha detto che bisogna tenersi pronti all’eventualità che il coronavirus non se ne vada nel giro di pochi mesi, nonostante la massiccia campagna vaccinale in atto.
“Dobbiamo essere pronti a pensare a un mondo in cui si conviverà con questo virus – ha spiegato Anrignani -. E i primi anni di convivenza non sono mai facili. Nei prossimi vent’anni i nostri figli e nipoti si abitueranno a convivere con questo virus come noi conviviamo con il morbillo, ma, se dovesse rimanere, per una decina di anni non sarà facile”.
“Nel Cts non se ne è mai discusso, ma secondo me andrebbe messo l’obbligo vaccinale”, ha aggiunto. E ancora: “Non è più un problema di libertà individuale ma di sanità pubblica. E questa pandemia ha cambiato il mondo. Questi 16 mesi sono stati un terremoto, un cambio epocale di cui si parlerà nei libri di storia”.
“Se non si prevede l’obbligatorietà vaccinale in una pandemia con 126mila morti in Italia e che continua a sviluppare varianti, quando dobbiamo metterlo? L’obbligo c’è già su altri vaccini”, ha ricordato l’esperto.
Per quel che riguarda il modus operandi della campagna vaccinale, ha sostenuto che “bisogna vaccinare gli adolescenti per evitare che possano infettare dei soggetti fragili e soprattutto per non avere una popolazione di milioni di persone ad alto livello di interazione sociale, e quindi, con possibilità di infettarsi, in cui si possono sviluppare nuove varianti”.
“La paura è che con queste varianti alla fine ne esca una che sfugge al vaccino“. Ciò detto “la priorità è vaccinare i suscettibili, che sono gli ultra-sessantenni per abbattere la letalità”, ha concluso.