Coronavirus, quanti hanno fatto il test. A rischio l'indagine
Dovevano essere 150mila le persone da sottoporre al test sierologico per l'indagine sul coronavirus; ma nemmeno la metà avrebbe aderito
Delle 150mila persone inizialmente previste per l’indagine epidemiologica sul coronavirus, nemmeno la metà si sarebbe sottoposta ai test sierologici. Secondo quanto riporta La Repubblica, infatti, sarebbero tra le 65mila e le 70mila le persone che hanno accolto l’appello della Croce rossa, nonostante le 190mila telefonate per reclutare i soggetti da coinvolgere nella ricerca.
Test sierologici, perché in pochi hanno accettato di farli
Tra le cause della scarsa adesione, c’è la paura di rimanere di nuovo bloccati a casa a ormai due mesi dalla rimozione del lockdown: chi risulta positivo, infatti, deve fare anche il tampone per assicurarsi di essere guarito e può passare qualche giorno prima dei risultati.
Ma il vero problema è che i 150mila test sierologici forniti gratuitamente dalla Abbott si avvicinano alla scadenza: a metà luglio, infatti, non saranno più utilizzabili. Una data troppo vicina perché si riescano a trovare abbastanza persone disposte a fare le analisi prima che i test scadano.
Coronavirus, a rischio l’intera indagine
Inoltre, i dati precedentemente raccolti potrebbero non essere sufficienti a delineare la situazione epidemiologica del Paese. I campioni infatti sono troppo eterogenei per trarre conclusioni, contrariamente a quanto sarebbe accaduto se avessero svolto i test le 150mila persone previste inizialmente.
Se si vorrà andare avanti con l’indagine, sarà necessario richiedere un’altra fornitura di test; altrimenti, tutti gli sforzi per raccogliere i dati saranno stati vani.
Intanto, dai dati del Ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia è emerso un calo di nuovi casi rispetto ai giorni precedenti.
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