Giuseppe Conte spiega la mossa del governo sul contante
Il presidente del Consiglio ha spiegato perché il governo ha proposto di limitare l'uso del contante
Il premier Giuseppe Conte, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai maggiori quotidiani nazionali, riportate dall’Ansa, spiegando nuovi dettagli sulla manovra e le motivazioni dietro la lotta al contante portata avanti dal governo giallorosso e criticata dall’opposizione.
“Pagare tutti, pagare meno. Ridurremo il numero delle aliquote e abbasseremo la pressione fiscale”, ha dichiarato. “Unificare al 20% le due aliquote del 27 e del 23 lo considero un bell’obiettivo a cui ambiamo, ma non voglio esagerare e sbilanciami”.
“Sull’uso del contante c’è stata una forza politica che ha sollevato perplessità, io non ho fatto mistero che si potrebbe portare da duemila a mille il limite, senza particolari scossoni sociali. Ma anche a duemila va benissimo”, ha chiarito.
“Questo non è un aspetto dirimente rispetto a quello che abbiamo fatto, ma dovevamo dare un segnale. Avrei voluto di più ma va bene così”, ha ammesso Giuseppe Conte. “Ma ripeto, non è questo il punto centrale del piano cashless, che orienta i cittadini verso l’uso della moneta elettronica e di meno contante”.
“Il contante è un costo anche per le banche”, ha continuato il premier. “Ci sono studi che stimano il costo a 10 miliardi l’anno, perché dietro c’è un grande impiego di persone che custodiscono, trasportano, gestiscono il contante. Se noi ci orientiamo verso pagamenti digitali non favoriamo solo l’emersione, e comunque non stiamo rendendo più difficile l’uso del contante”.
“La legge di Bilancio è chiusa, non serve un nuovo Consiglio” ha aggiunto. “Lunedì solo il dl Terremoto“. Anche se, ha annunciato il presidente del Consiglio, presto ci sarà “una task force a palazzo Chigi e al Ministero di Economia e Finanza per ridurre le tasse al ceto medio: è l’obiettivo a cui ambisco”.