Manovra, le dichiarazioni di Conte e Gualtieri prima del Cdm
Entro mezzanotte l'Italia dovrà comunicare a Bruxelles il piano per la Manovra
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a margine del vertice di Palazzo Chigi per ricomporre la maggioranza, divisa sulla Manovra, ha dichiarato: “Vogliamo conservare Quota 100, perché questo è l’indirizzo politico. Si è ragionato sulle finestre di uscita, ma nulla è stato ancora deciso. Quota 100 comunque rimane, questo senz’altro”.
Ultime limature sulla manovra in vista del Consiglio dei ministri convocato per le 21 della serata di martedì 15 ottobre. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato: “Stiamo ancora lavorando agli ultimi dettagli, ma il quadro di fondo è definito. È stato difficile ma ci siamo riusciti, l’Iva non aumenterà, ci saranno più soldi in busta paga, più investimenti e un robusto pacchetto famiglia”.
Entro mezzanotte l’Italia dovrà infatti inviare all’Unione Europea il Documento programmatico di bilancio, che dovrà indicare gli interventi della legge di Bilancio, con tabelle circostanziate sui conti pubblici e i punti principali della Finanziaria.
Governo diviso sull’abolizione di Quota 100
Tra le ipotesi proposte in queste ore, riporta Repubblica, ci sarebbe stata la revisione di Quota 100, che prevede oggi il pensionamento a 62 anni anagrafici e 38 di contributi. Dalle fila renziane sarebbe arrivata la proposta di un’abolizione completa del meccanismo, difeso invece dal Movimento 5 Stelle.
Luigi Marattin, di Italia Viva, ha sottolineato che su Quota 100 “non c’è nessuna barricata. Abbiamo delle idee su come governare il Paese ed è giusto che vengano composte in maggioranza. Il diktat è sull’Iva, sul resto discutiamo tranquillamente, senza che ogni nostra idea sia vista come un ricatto, ma anche senza che sia vista come una ricerca di visibilità”.
Il deputato del nuovo partito di Matteo Renzi ha aggiunto, secondo quanto riporta Repubblica: “Se ci fosse l’abolizione immediata siamo assolutamente disposti a prenderci carico delle poche persone che hanno già firmato accordi per uscire dal mercato del lavoro contando su Quota 100, ma se si interviene adesso queste persone, che non verranno lasciate sole, non sono tante. Se invece si lascia scorrere Quota 100 così com’è si crea il burrone Salvini”.
Luigi Di Maio, prima di entrare a Palazzo Chigi, ha fatto sapere in una nota: “È evidente che l’esecutivo non potrebbe mai sostenere un aumento delle tasse e men che meno un altro colpo ai pensionati con l’abrogazione di Quota 100. Non è neanche immaginabile mettere i pensionati contro i lavoratori, sostenendo che bisognerebbe creare esodati per ridurre il cuneo fiscale. Abbiamo la responsabilità di unire il paese e non di dividerlo. Da questi principi, sono certo che troveremo una quadra con il Pd”.
Dai dem sarebbe stata avanzata una mediazione per recuperare risorse senza eliminare Quota 100, lavorando sulle finestre che intercorrono tra la maturazione del diritto alla pensione e l’assegno, aggiungendo tre mesi per aiutare i lavoratori.
Mini aumento delle pensioni: 6 euro l’anno
Sempre in tema di pensioni, ci sarebbe uno studio di una mini rivalutazione degli assegni tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi al mese. Secondo i calcoli riportati da Spi-Cgil, si tratterebbe di 50 centesimi lordi al mese, circa 40 netti. Indignato il sindacato che in una nota rimbalzata da Repubblica ha fatto sapere che “sono poco più di 6 euro all’anno per 2,5 milioni di pensionati. Sono cifre irrisorie. È offensivo”. Parlando di “una presa in giro“, Spi-Cgil ha annunciato una manifestazione per il 16 novembre.
Le coperture necessarie per la Manovra
Al Consiglio dei Ministri dovrà passare anche il decreto fiscale collegato alla Manovra. Il ministro dell’Economia ha annunciato che prevederà una maxi proroga di pagamenti per le partite Iva, quelle sottoposte ai nuovi Isa e quelle con pagamento forfettario, spostando la scadenza del pagamento delle tasse dal 16 novembre 2019 al 16 marzo 2020.
La mossa sposterebbe 3 miliardi di gettito al prossimo anno, aiutando significativamente a trovare le coperture necessarie per la Manovra. Che per ora necessiterebbe di 300 milioni per il taglio del cuneo fiscale, passato da 2,7 a 3 miliardi, 500 milioni per eliminare il superticket e 900 milioni per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, da dividere nel biennio 2020-2021.