Polemiche per l'aumento dell'aliquota Irpef nel 2025, perché il ceto medio è beffato: come funziona
La nuova aliquota Irpef in Manovra 2025 fa discutere: cosa cambia da gennaio e perché si parla di beffa che interesserà il ceto medio
Tra le misure inserite in Manovra, c’è anche quella che prevede l’aggiornamento dell’aliquota Irpef 2025 per il cosiddetto ceto medio. L’aggiornamento dell’imposta non è ancora operativo, ma ha già causato diverse polemiche, tanto che si parla già di beffa nei confronti di coloro il cui reddito è compreso tra i 32.001 e i 40.000 euro.
- Aliquota Irpef 2025, cosa cambia da gennaio
- Perché è una beffa per il ceto medio
- Le aliquote effettive
Aliquota Irpef 2025, cosa cambia da gennaio
La novità sostanziale che riguarda l’Irpef 2025 è che, a partire da gennaio, le aliquote passeranno dalle attuali quattro a tre.
Lo scaglione dai 15.000 ai 28.000 euro è stato soppresso: di fatto, quindi, si partirà da una prima aliquota del 23% per i redditi fino ai 28.000 euro.
L’incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati sul disegno di legge di bilancio lo scorso 11 novembre 2024
Non ci saranno invece variazioni per le altre aliquote, ossia quella al 35% per dai 28.0001 ai 50.000 euro e quella al 43%, che scatta dai 50.000 euro in su.
La novità, comunque, verrà accompagnata da un cosiddetto doppio bonus, che verrà introdotto per sostituire il taglio del cuneo fiscale.
Grazie al nuovo doppio bonus, i redditi entro i 20.000 euro potranno contare su uno sconto variabile, dal 7,1% al 4,8%, in base ai guadagni effettivi.
Il secondo “bonus” riguarda invece le detrazioni, con uno sgravio pari a 1.000 euro se il reddito è compreso tra i 20.000 e i 32.000 euro. Fino ai 44.000 euro, invece, lo sgravio decrescerà in base al reddito.
Perché è una beffa per il ceto medio
Tuttavia, bisognerà tener conto anche dell’aliquota Irpef marginale che il ceto medio sarà costretto a pagare.
Infatti, le nuove introduzioni in Manovra comporteranno un aumento di tali aliquote marginali effettive, cioè quelle che si applicano al reddito aggiuntivo determinato dal beneficio.
Le simulazioni effettuate dall’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) parlano chiaro: la fascia di reddito che vai dai 32.001 e i 40.000 euro si troverà a dover sostenere un aumento dell’aliquota marginale superiore al 56%.
Le aliquote effettive
Le simulazioni dell’Upb hanno permesso inoltre di concludere che, a fronte di una formale riduzione delle aliquote legali, che passeranno come detto da quattro a tre, il numero delle aliquote effettive aumenterà a sette.
Inoltre, queste le parole dell’Upb: “il loro andamento risulta più irregolare, con valori che raggiungono il 50% per i redditi compresi tra 32.000 e 40.000 euro”.