Carabiniere ucciso, la rivelazione del "pusher" ribalta tutto
Sergio Brugiatelli, l'uomo noto come il pusher coinvolto nella vicenda di Mario Cerciello Rega, ha rilasciato alcune dichiarazioni
Sergio Brugiatelli, l’uomo che nei giorni scorsi è stato identificato come il pusher coinvolto nella vicenda di Mario Cerciello Rega, ha rilasciato delle dichiarazioni in contrasto con quanto finora è stato reso noto. Come riporta Il Corriere della Sera, l’uomo ha riferito: “Non sono né un pusher, né un informatore dei carabinieri e nemmeno un intermediario”.
Secondo la ricostruzione ufficiale, l’uomo è stato vittima del furto del proprio borsello, la notte in cui il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega è stato assassinato. È stato lui, infatti, a contattare il 112 avviando così l’operazione al termine della quale i due giovani americani avrebbero ucciso il carabiniere.
Il suo avvocato, Andrea Volpini, ha diffuso un comunicato in cui viene smentita ogni etichetta finora accostata a Brugiatelli, che ha definito Mario Rega “un uomo valoroso. Con il suo lavoro di carabiniere ha salvato la mia vita e purtroppo perso la sua”. L’uomo, inoltre, ha affermato che nello zaino rubato aveva solo i documenti e le chiavi di casa.
Brugiatelli ha dichiarato di aver contattato i carabinieri temendo per la propria incolumità e quella del padre, della sorella e della nipote con cui vive: “Ho avuto paura che potessero far del male a me e soprattutto a loro e per questo ho chiesto aiuto al 112. Le stesse minacce che avevano rivolto a me, sono state ripetute poco dopo, quando, con il telefono in viva voce, ho richiamato di fronte ai carabinieri il mio numero di cellulare”.
L’informazione diffusa circa la sua attività di pusher sarebbe quindi falsa, nonostante sia stata ribadita anche durante la conferenza stampa degli inquirenti. “Quando ho chiamato il mio numero di cellulare – prosegue Brugiatelli – chi ha risposto non ha solo preteso denaro e droga per riconsegnare le mie cose. Mi hanno minacciato, dicendo che sapevano dove abitavo e sarebbero venuti a cercarmi”. E la dichiarazione di Brugiatelli non è il solo punto oscuro della vicenda.
Nel frattempo, il padre di Finnegan Lee Elder, il giovane accusato di aver inferto le coltellate al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, è sbarcato a Roma da Oakland.