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Bergamo, padre dona polmone al figlio di 5 anni: è il primo trapianto da donatore vivente in Italia

Storico trapianto all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: un padre ha donato un pezzo di polmone al figlio, prima volta per un donatore vivente

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Storico intervento per la sanità in Italia: un padre ha donato una parte di polmone al figlio malato, è il primo trapianto tra viventi nel nostro Paese. L’intervento è stato eseguito all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una città particolarmente significativa secondo il direttore del Centro nazionale trapianti.

Figlio malato di talassemia: il padre gli dona un polmone

Martedì 17 gennaio 2023 sarà una data da ricordare per una famiglia e i medici dell’ospedale bergamasco. Nella sala operatoria del nosocomio è finito un bambino di 5 anni, affetto dalla nascita da una rara malattia nota come talassemia o anemia mediterranea.

La patologia del sangue ha reso necessario prima un trapianto di midollo, quindi anche un lobo polmonare nuovo. In entrambi i casi il donatore compatibile è stato il padre del bimbo, proveniente da un’altra regione.

ospedale bergamo
L’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è uno dei centri all’avanguardia in Italia

Si tratta del primo trapianto di polmone da donatore vivente: un caso unico in Italia e con pochissimi precedenti in Europa, tanto da aver suscitato subito il plauso della comunità medica italiana. Solo un mese fa, è stato l’ospedale Le Molinette di Torino a esultare per un trapianto di fegato collegato al cuore in una bimba sempre di 5 anni.

Primo trapianto di polmone tra viventi in Italia

A rendere necessario questo intervento, oltre alla malattia che ha colpito il bambino, è stato un rigetto: dopo aver ricevuto il midollo che avrebbe dovuto “trasferire” il sistema immunitario, il piccolo paziente ha patito la cosiddetta malattia da trapianto contro l’ospite.

La complessa reazione immunitaria, rendono noto dall’ospedale di Bergamo, ha causato un danno estremamente grave e irreversibile alla funzionalità polmonare. Da qui la necessità di un trapianto e la disponibilità del padre.

L’intervento, durato 11 ore, sembra essere andato bene: padre e figlio sono ricoverati in prognosi riservata, ma i medici sono fiduciosi sul decorso post operatorio, dal momento che il rischio di rigetto (alto quando viene ricevuto un polmone da cadavere) è molto basso.

La reazione dei medici italiani

Quanto accaduto non ha precedenti in Italia, perché il trapianto da vivente è un’opzione terapeutica di non facile applicazione. Lo ha precisato Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità di Chirurgia generale 3 – trapianti addominali dell’ASST Papa Giovanni XXIII.

Il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo invita alla cautela in attesa che venga sciolta la prognosi, tuttavia sottolinea che l’utilizzo del lobo polmonare del papà costituisce un importante vantaggio immunologico. “I precedenti in Europa sono rarissimi e sporadici – ha sottolineato stando a quanto riporta TgCom24 – Nonostante da 10 anni la legge italiana preveda la possibilità di donare in vita il lobo polmonare, per questo primo tentativo è servita un’autorizzazione specifica da parte del Cnt”.

Particolarmente significativo, per Cardillo, il fatto che l’intervento sia stato eseguito nell’ospedale di Bergamo: “Trovo altamente simbolico che a realizzarlo sia stato il Centro trapianti della città simbolo della lotta al Covid, un vero e proprio ‘trapianto di respiro‘ dopo un lungo periodo di emergenza per il Servizio sanitario e per tutto il Paese” ha detto.

bergamo-trapianto-polmone-padre-figlio Fonte foto: iSTOCK
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