Un arresto per terrorismo a Genova: cittadino originario del Bangladesh accusato di appartenere a una cellula
La polizia ha arrestato a Genova un uomo accusato di terrorismo. Secondo la Digos faceva parte di una cellula affiliata ad Al Qaeda
Operazione antiterrorismo a Genova. La polizia ha arrestato un cittadino del Bangladesh residente in città accusato di far parte di una cellula che istigava al terrorismo attraverso i social. Secondo l’accusa l’uomo si era anche reso disponibile al combattimento e al martirio.
- Terrorismo a Genova, un arresto
- Accusato di far parte di una cellula terroristica
- L'uomo disponibile anche al martirio
Terrorismo a Genova, un arresto
Secondo quanto riporta Adnkronos, alle prime ore di venerdì 3 novembre i poliziotti della Digos di Genova hanno concluso un’operazione antiterrorismo, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della Procura genovese, che ha portato all’arresto di un uomo.
In manette è finito un cittadino del Bangladesh di 22 anni, Faysal Rahaman, residente a Genova da due anni e impiegato come operaio di un’azienda che lavora in subappalto nei cantieri navali di Sestri Ponente.
Accusato di far parte di una cellula terroristica
L’uomo arrestato è accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.
L’indagine che ha portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta ed ottenuta dalla Direzione distrettuale antiterrorismo della Procura di Genova, ha avuto inizio a fine 2021.
Secondo gli investigatori l’uomo aveva aderito ad una organizzazione terroristica pakistana, chiamata Tehrik-e Taliban Pakistsan (TTP), associata ad Al Qaeda.
L’organizzazione, inserita nell’elenco Onu di individui, gruppi, ed entità soggette alle sanzioni contro Isis e Al-Qaeda, ha come obiettivo dichiarato il rovesciamento del governo eletto del Pakistan per fondare un emirato basato sulla sua interpretazione estremista della legge islamica, come i talebani in Afghanistan.
L’uomo disponibile anche al martirio
Secondo l’accusa, l’uomo frequentava siti, forum, pagine web e social di matrice jihadista riconducibili ad Al Qaeda. L’indagato avrebbe usato i social e il web per fare proselitismo e spingere altri a commettere attentati terroristici.
Secondo quanto raccolto dagli investigatori della Digos, l’uomo faceva apologia di alcuni atti di terrorismo avvenuti nel mondo e si era anche detto disponibile al combattimento e al martirio.