Scuola, cos'è il "metodo Cuba": usato anche per i banchi italiani
In cosa consiste il "metodo Cuba": la soluzione messa in atto nelle scuole dove non ci sono i banchi singoli
Il “metodo Cuba”: così viene chiamata la soluzione che sarebbe stata adottata anche da alcune scuole italiane che non hanno ricevuto in tempo i banchi singoli. A sostenerlo sono alcuni genitori sentiti dall’Agi, secondo cui nelle scuole dei loro figli si sarebbe messo in atto uno stratagemma per consentire il distanziamento sociale impossibile con i banchi doppi.
Bisogna alternare un alunno sul lato corto del banco e l’altro sul lato lungo: in questo consiste il metodo adottato nelle scuole dove i banchi singoli non ci sono ancora e si hanno a disposizione solo quelli a due posti.
Il nome del metodo è nato da alcune foto circolate sui social network che ritraevano i bambini di Cuba seduti seguendo lo schema delineato. Si tratta di una soluzione che aveva creato scalpore tra i detrattori del bando europeo da 2 milioni indetto dal commissario Domenico Arcuri.
Le foto scattate a Cuba erano diventate virali a metà agosto, mentre in Italia andava avanti la burocrazia per l’acquisto delle dotazioni scolastiche.
Secondo i dati diffusi da Palazzo Chigi, come riporta Ansa, i banchi messi a disposizione negli ultimi dieci giorni sono 200mila, mentre entro fine ottobre saranno distribuiti oltre 2 milioni di banchi e 400mila sedute innovative.
Così, secondo quanto riporta Agi, in varie scuole primarie di Roma nel primo giorno di scuola è stato adottato il “metodo Cuba” e gli alunni sono stati disposti uno sul lato lungo e l’altro sul lato corto del banco.