Sabrina Leo picchiata dal compagno ad Ancona per aver indossato i leggins: colpita anche con una stampella
La donna è stata picchiata dal compagno perché indossava un paio di leggings giudicati troppo attillati, anche se coperti da una lunga maglia
Indossava dei pantaloni attillati e questo ha scatenato la furia del compagno che l’ha picchiata, anche utilizzando una stampella. Lui è stato denunciato e condannato e oggi lei trova la forza di raccontare.
- La donna picchiata dal compagno
- Compagno geloso in maniera patologica
- Una nuova vita per Sabrina Leo
La donna picchiata dal compagno
Si chiama Sabrina Leo e ha 38 anni. La sua è stata una vita di paura e maltrattamenti. Oltre all’ultima storia di percosse, l’uomo ha anche un altro procedimento pendente in cui la vittima è sempre l’ex compagna.
I due in passato si erano allontanati, ma poi c’è stato un riavvicinamento. Così hanno continuato a vivere insieme ad Ancona con i loro due figli.
“Pensavo fosse cambiato, sono stata innamorata al punto di credere che fossi io quella sbagliata. Da fuori posso sembrare pazza ma lui mi aveva plagiata, ero entrata in un tunnel, succube e debole. Adesso ho capito chi è perché ho visto la morte in faccia“.
Così ha raccontato la donna nel corso di una lunga intervista rilasciata al ‘Resto del Carlino’.
La seconda denuncia, come anticipato, è arrivata dopo una terribile sfuriata e un’aggressione per un paio di leggings giudicati troppo attillati.
Nell’ultimo violento litigio il 43enne originario di La Spezia ha preso la stampella che la compagna utilizzava per camminare e l’ha brandita come arma causando alla donna traumi guaribili in 25 giorni.
L’uomo è stato arrestato e il 5 aprile il tribunale l’ha condannato a 2 anni e 10 mesi per maltrattamenti in famiglia e percosse. L’uomo dovrà anche pagare un risarcimento di 20mila euro.
Compagno geloso in maniera patologica
Sabrina Leo racconta della gelosia patologica dell’ex, il quale era arrivato al punto di installare telecamere di videosorveglianza a casa per monitorare le sue attività quando lui era fuori.
Il giorno della violenza Sabrina indossava dei leggings “con una maglia lunga sopra”. “Nemmeno avessi avuto una minigonna”, dice la donna.
“La gelosia del mio compagno era morbosa nei miei confronti ma così violento come quel giorno non lo avevo mai visto. Ho temuto davvero che non sarei arrivata all’ora di cena e non avrei rivisto mai più i miei figli”.
La donna era appena tornata a casa dopo avere accompagnato i figli a scuola. L’uomo l’ha squadrata dalla testa ai piedi e ha cominciato a inveire.
“Ti gambizzo, ti faccio finire sulla sedia a rotelle”, urlava mentre colpiva Sabrina con la stampella.
Al compagno non andava bene neppure il trucco: “Quella mattina mi ero messa una matita nera sugli occhi, a lui non andava bene, non voleva che mi truccassi, mi ha detto che non sarei più uscita di casa, poi mi ha dato un pugno in faccia e voleva il mio telefono”, racconta Sabrina Leo.
La donna è riuscita a comporre il numero unico delle emergenze e ha tenuto il cellulare in una tasca sperando che le forze dell’ordine riuscissero a geolocalizzare la chiamata.
L’uomo l’ha poi spinta contro una porta a vetri che è andata in mille pezzi ferendola.
La polizia è arrivata immediatamente sul posto e l’uomo ha continuato a minacciare di morte la compagna anche mentre gli agenti si occupavano di lui.
Questa storia, purtroppo, è simile a molte altre: oggi in Italia i casi di violenza contro le donne sono circa 90 al giorno, i femminicidi oltre 100.
Una nuova vita per Sabrina Leo
Sabrina Leo oggi desidera solo “avere tranquillità” per sé e i figli. E di “lavorare perché – dice – lui mi impediva anche quello”.