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Roma, il giudice a pranzo al ristorante chiuso per covid

Il ristorante aperto solo per lui in zona arancione: polemiche sul magistrato in trasferta a Roma

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il ristorante doveva essere chiuso per la normativa anti covid. Invece era aperto ma solo per un magistrato, la figlia e il futuro genero. È accaduto a Roma a gennaio, con il Lazio in zona arancione. Protagonista della vicenda il giudice Nunzio Sarpietro, 69 anni, intercettato all’interno del locale dall’inviato de “Le Iene” Filippo Roma.

Sarpietro è il giudice per le udienze preliminari di Catania che dovrà a breve decidere se mandare a processo l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini nell’ambito del caso Gregoretti. Il 28 gennaio si trovava nella Capitale per ascoltare la testimonianza dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Conclusa l’audizione a Palazzo Chigi, il magistrato è andato a pranzo in un ristorante del centro. Che sarebbe dovuto essere chiuso al pubblico ma era invece stato aperto apposta per il giudice e i suoi familiari. Ad attenderlo nel locale vuoto c’erano la figlia e il futuro genero: un pranzo fissato per parlare delle nozze imminenti.

All’interno del ristorante però poco dopo piomba Filippo Roma delle Iene: “Ma come, un magistrato che non rispetta la legge?”.

L’ingresso della troupe dello show di Italia 1 provoca l’imbarazzo dei presenti: la figlia si porta la mano al viso, il genero si gira dall’altra parte. “Sa sono qui con mia figlia in un momento in cui potevo stare con lei e non c’è…guardi un pò”, prova a giustificarsi il giudice, indicando il locale vuoto.

“Quanti italiani vorrebbero andare a mangiare in ristorante con la figlia nelle zone arancioni e non possono?”, incalza Roma. “Va bene mi sono meritato qualche premio particolare”, risponde ironicamente Sarpietro.

“Ma tutto ciò è giusto? Se un magistrato è il primo ad infrangere la legge che magistrato è?”, continua l’inviato delle Iene. “La legge è una cosa sacra e in questo momento sto violando un regolamento ma le cose gravi sono ben altre. Comunque sì, ho fatto una violazione”, ammette il magistrato.

“Ho fatto sedere delle persone perché qui è insostenibile andare avanti, per tre persone c’è la distanza, seguiamo le regole. Ma io non lo so chi è il signore”, si è giustificato il titolare del locale.

Che ha aperto per tre persone, per un conto da 200 euro: “Adesso io con la multa ne dovrò pagare 4.000 di euro”.

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