Proteste record in Serbia, più di 100mila in piazza a Belgrado. Vucic: “Per sostituirmi dovrete uccidermi”
Record di partecipazione per le proteste in Serbia. Oltre 100mila i cittadini contro il presidente Vucic nella capitale Belgrado
In Serbia sono in corso le più grandi proteste nella storia del Paese. Da mesi, ogni giorno, migliaia di cittadini scendono in piazza per protestare contro la corruzione delle istituzioni e l’operato del presidente Aleksandar Vucic. Record di partecipazioni nella capitale Belgrado, dove si sono riuniti più di 100mila manifestanti, guidati dalle associazioni di studenti.
Proteste record in Serbia
Da ormai 162 giorni, ogni giorno, un sito web risponde alla domanda “Kuda na protest?”, dove andiamo a protestare oggi?
Si tratta della mobilitazione più grande nella storia della Serbia dalla caduta di Milošević, condannato nel 2001 per crimini di guerra e contro l’umanità verso l’ex Jugoslavia.

Il record di partecipazione si è raggiunto nella giornata di sabato 15 marzo, quando più di 100mila cittadini si sono riuniti nelle strade della capitale Belgrado.
I manifestanti protestano al grido de “la corruzione uccide”, accusando il Governo di affarismo e del saccheggio di risorse pubbliche.
Le proteste sono state guidate dalle associazioni di studenti, arrivati da tutto il paese (anche in bici o a piedi) e accolti con calore dalla popolazione cittadina.
La tragedia di Novi Sad
Le proteste sono iniziate a seguito della tragedia avvenuta lo scorso 1° novembre alla stazione ferroviaria di Novi Sad.
Il crollo del tetto di una pensilina della stazione centrale ha causato la morte di 15 persone, tra cui due bambini.
Poco dopo si è scoperto che il disastro è stato causato dagli scarsi materiali (il tetto era di cartone) utilizzati nella recente ristrutturazione della struttura.
Da allora, ogni giorno, i cittadini serbi alle 11:52 esatte, ora del crollo, osservano “15 minuti di silenzio per le 15 vite” in ricordo delle vittime.
L’opposizione al presidente Vucic
Le proteste hanno portato alle dimissioni del premier Milos Vucevic, che in passato era stato sindaco di Novi Sad per oltre 10 anni.
I serbi, però, puntano più in alto e chiedono le dimissioni del presidente Aleksandar Vucic, alla guida del paese da 13 anni.
Alla vigilia della manifestazione di Belgrado, Vucic aveva dichiarato: “Dovrete uccidermi se volete sostituirmi”.
Il politico è avverso alla popolazione per via dell’adozione di un evidente sistema di corruzione, clientelismo e censura dei mezzi di informazione.
Aspramente criticata anche la vicinanza di Vucic alla Russia di Putin e al presidente Usa Donald Trump, nonostante le dichiarazioni a favore dell’annessione all’Unione Europa.
