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Pordenone, perché la militare Usa che ha investito un 15enne con la sua auto può evitare il processo in Italia

Una militare Usa ha ucciso un 15enne a Pordenone, investendolo con la sua auto: ecco perché può evitare il processo in Italia

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Non solo la perdita di un figlio di 15 anni, ma anche la beffa di non vedere la conducente dell’auto che l’ha ucciso a processo. Almeno, non in Italia. Giovanni Zanier, è morto nella notte tra sabato 20 agosto e domenica 21 agosto, investito da una militare Usa di soli 20 anni, in servizio alla Base Usaf di Aviano. È attualmente agli arresti domiciliari, ma potrebbe essere processata negli Stati Uniti. Ecco perché.

La dinamica

Giovanni Zanier aveva compiuto 15 anni lo scorso 28 maggio: è stato falciato da un’auto mentre chiacchierava con due amici sulla pista ciclabile di Porcia, in provincia di Pordenone. Stava rientrando a casa, portando la bici di uno di loro a mano.

Poco dopo le 2:30 del mattino, una Polo lo ha centrato a grande velocità, causandogli ferite gravissime: il giovane è morto non appena arrivato in ospedale.

pordenone militare usaFonte foto: ANSA
La rotatoria tra via Lazio e via Roveredo, a Porcia (Pordenone), dove stato investito e ucciso un 15enne

Al volante una donna di 20 anni, cittadina Usa, militare in servizio alla Base Usaf di Aviano: stava, a sua volta, rientrando a casa dopo una serata con degli amici.

La conducente, forse a causa della velocità elevata, avrebbe perso il controllo dell’auto immettendosi in una rotonda, in una strada non illuminata perché il Comune di Porcia – per risparmio energetico – ha disposto che la pubblica illuminazione in quel tratto venga spenta alle 2: l’auto avrebbe perso aderenza, divellendo un cartellone stradale, scavalcando il cordolo di protezione e investendo Giovanni Zanier.

La militare sotto shock agli arresti domiciliari

La 20enne si è fermata per soccorrere il ragazzo, morto al pronto soccorso.

Lì è stata trasportata anche la militare, sotto shock e con lievi ferite causate da schegge di vetro e dall’airbag.

Dopodiché è stata sottoposta alle analisi del sangue per capire se avesse bevuto: i risultati saranno resi noti nei prossimi giorni.

Un testimone avrebbe riferito di avere visto la sua auto procedere a zig-zag prima dell’incidente.

A prescindere, come da prassi, la giovane è già stata arrestata: incensurata, si trova ai domiciliari.

Perché potrebbe non essere processata in Italia

Nel frattempo, però, il procuratore di Pordenone, Raffaele Tito, ha confermato che l’eventuale processo a carico della militare Usa non si dovrebbe tenere in Italia.

Ai microfoni di Repubblica, infatti, ha ricordato che la Convenzione di Londra del 1951, sulla giurisdizione dei militari Nato in Europa, prevede che i soldati possano essere giudicati nei rispettivi Paesi.

Spetterà al ministro della Giustizia italiano, “a discrezione o su richiesta della base americana, invocare il difetto di giurisdizione e consentire così all’indagato statunitense di essere giudicato nel proprio Paese”.

pordenone-incidente-militare-usa Fonte foto: ANSA
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