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Pochissima neve in inverno, le conseguenze sull'estate potrebbero essere catastrofiche: siccità e incendi

Cala drasticamente in Italia la risorsa idrica nivale: meno neve e più siccità, con aumento degli incendi boschivi

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La media delle temperature continua ad aumentare, di neve ce n’è sempre meno e la possibilità che in Italia l’estate sarà segnata da siccità e incendi aumenta sempre più. Il quarto aggiornamento mensile di Fondazione CIMA sulla risorsa idrica nivale fotografa una situazione per nulla rosea e spiega perché la carenza di neve potrebbe avere conseguenze tragiche.

Report CIMA, ma così poca neve in inverno in Italia: -57%

Il report CIMA evidenzia che l’inverno dovrebbe essere il periodo in cui la neve si accumula maggiormente sui monti. In particolare, il picco di accumulo viene storicamente raggiunto tra la fine di febbraio e la metà di marzo. A cosa serve la neve? Funge da riserva d’acqua in vista della primavera e dell’estate. Il problema è che ce n’è sempre meno.

Numeri alla mano, è emerso che il bilancio idrico nivale dell’Italia è negativo, con un deficit nazionale dello Snow Water Equivalent (SWE) pari al -57% rispetto alle medie storiche. Il dato conferma la tendenza degli ultimi anni. Rimarca cioè che la neve fa sempre più fatica ad accumularsi in quanto si scioglie rapidamente per via dell’innalzamento delle temperature.. Meno neve, meno disponibilità idrica.

Alpi innevateFonte foto: IPA
Alpi

“Questi dati non rappresentano un’anomalia isolata, ma piuttosto un segnale persistente nelle ultime stagioni. Possiamo evidenziare come questa stagione stia mettendo in luce anomalie ricorrenti nel nostro clima recente, un fenomeno che si sta manifestando attraverso una scarsità di nevicate e un’accelerazione dei processi di fusione”. Così Francesco Avanzi, ricercatore di Fondazione CIMA.

La situazione dei principali fiumi italiani

Per capire quanto la situazione sia preoccupante, basta guardare la quantità di neve che sarò fornita a ciascun bacino idrografico d’Italia. Il bilancio è tremendo. Le Alpi daranno al Po il 44% di acqua in meno e all’Adige il 38% in meno. E meno 43% per il Brenta.

Ancor più tragica la situazione degli Appennini. Meno 97% per l’Arno (la piena di questi giorni si disperderà presto in mare), per il Tevere meno 95%, per il Volturno meno 98%. E ancora: nel bacino del Sele in Campania è caduto il 99% di neve in meno. Meno 97% per il fiume Crati. Meno 71% per il Sangro, meno 76% per l’Aterno Pescara. Spostandosi in Sicilia, meno 63% per il Simeto.

I ricercatori che hanno lavorato al report CIMA spiegano che le sfide del futuro riguardano non soltanto la quantità di neve accumulata, ma anche il momento in cui questa diventa disponibile per il sistema idrico.

Siccità e incendi boschivi, cosa succederà nei prossimi mesi: le previsioni

Cosa succederà nei prossimi mesi? Secondo le previsioni stagionali elaborate da ECMWF1, la primavera sarà più calda della norma in Italia. E ciò farà sì che avverrà un’altra fusione accelerata del manto nevoso, con conseguenze dirette sulla portata dei fiumi e sulla disponibilità di acqua per il settore agricolo e civile.

Quel che potrebbe accadere nelle stagioni più calde lo spiega anche il sito della Commissione europea che specifica che la siccità ha spesso effetti a catena che vanno a colpire infrastrutture di trasporto, agricoltura, silvicoltura, acqua e biodiversità. Riduce i livelli dell’acqua nei fiumi e nelle acque sotterranee, porta a una crescita stentata di alberi e colture, fa aumentare gli attacchi dei parassiti e alimenta gli incendi boschivi.

In Europa, gran parte dei quasi 9 miliardi di euro di perdite provocate ogni anno dalla siccità danneggia l’agricoltura, il settore energetico e l’approvvigionamento idrico pubblico. Le siccità estreme si stanno manifestando sempre più frequentemente in Europa e anche i danni da esse causati sono in aumento.

Con un aumento della temperatura media globale di 3ºC, gli episodi di siccità potrebbero diventare due volte più frequenti e le perdite annuali assolute dovute alla siccità in Europa aumentare a 40 miliardi di euro l’anno, con gli impatti più gravi nelle regioni del Mediterraneo e dell’Atlantico.

neve-siccita-incendi Fonte foto: iStock
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