Per Corrado Augias Vannacci è un calcolatore o una persona poco consapevole: le parole del giornalista
Il giornalista Corrado Augias parla del generale Roberto Vannacci e avanza due ipotesi sulla stesura del libro "Il mondo al contrario"
Il libro “Il mondo al contrario” del generale Roberto Vannacci è il caso editoriale dell’anno. Il volume è stato auto-pubblicato su Amazon e in breve ha bruciato ogni record di vendita, complice l’enorme pubblicità ricevuta. Da giorni Vannacci è l’uomo più citato dal mondo della politica e dell’informazione. Anche Corrado Augias ha detto la sua.
- Corrado Augias dice la sua sul generale Roberto Vannacci
- Augias: "Vannacci parte di un quadro più ampio"
- Augias: "Vannacci non pienamente consapevole"
- Vannacci e gli italiani di pelle bianca
Corrado Augias dice la sua sul generale Roberto Vannacci
Il decano del giornalismo italiano ha dedicato alcuni articoli alla figura del generale Roberto Vannacci.
Nell’ultimo, pubblicato su La Repubbica in data 25 agosto, Augias si pone una domanda in merito alla consapevolezza dello scrittore Vannacci.
Sapeva cosa stava facendo quando ha dato alle stampe il suo libro? Sapeva che si sarebbe inserito in un filone che il giornalista definisce “inquietante”?
Augias: “Vannacci parte di un quadro più ampio”
Augias ipotizza un’alternativa. La prima ipotesi è che la fatica letteraria di Vannacci sia “un’operazione studiata con cura nei tempi e nel metodo”.
Roberto Vannacci, ipotizza Augias, “può essere stato sorretto dal consiglio di altri colleghi. Un gruppo di lavoro animato da precise finalità in un momento considerato favorevole”.
Riferendosi ad alcuni “esponenti della nuova classe di governo che […] hanno addirittura reso omaggio ai funerei candelabri fabbricati dai prigionieri dei lager” Augias dice che di “questo quadro inquietante il libro potrebbe, per calcolo o per caso, essere parte“.
Il motivo è che “le idee del generale godono di notevole condivisione non solo negli ambienti militari”.
Augias: “Vannacci non pienamente consapevole”
Augias formula poi la seconda ipotesi secondo la quale è “possibile che il generale Vannacci non fosse pienamente consapevole del reale peso […] di ciò che andava scrivendo”.
Vannacci, cioè, potrebbe avere “considerato normali certe affermazioni probabilmente abituali negli ambienti frequentati”.
Il giornalista poi enumera alcune delle affermazioni più controverse contenute nel volume e le confuta, criticandole.
Vannacci e gli italiani di pelle bianca
Il giorno prima, sempre dalle pagine de La Repubblica, il giornalista era intervenuto per contestare un’altra affermazione contenuta nel libro di Vannacci.
Questa: “L’italiano da 8mila anni è identificato con la pelle bianca. Se vede una persona dalla pelle scura non pensa ad un italiano”.
“Non è del tutto vero, sicuramente non è vero da ottomila anni anche perché c’è bianco e bianco”, ha scritto Augias.
Il giornalista ha tirato in ballo il relativismo culturale secondo il quale “il nord Europa ha una diversa idea di ‘bianco’ dell’Europa mediterranea di cui facciamo parte”.
“In particolare, dall’Italia centrale, Roma compresa, in giù la prevalente sfumatura di colore della carnagione ha poco in comune con quella di uno scandinavo”, ha aggiunto.
Il giornalista ha poi citato la Giunta parlamentare d’inchiesta sulla Sicilia del 1876 secondo la quale la regione “s’avvicina forse più di qualunque altra parte d’Europa alle infuocate arene della Nubia; in Sicilia vi è sangue caldo, volontà imperiosa, commozione d’animo rapida e violenta”.
Intanto dal libro “Il mondo al contrario” è nato un omonimo movimento culturale.