Omicidio Prato, killer arrestato: la caccia all'uomo e il blitz dei militari a Firenze nella notte
Arrestato Stefano Marrucci, ricercato per l'uccisione di Gianni Avvisato, trucidato il 24 novembre con un colpo di pistola
Terminata dopo 12 giorni la fuga di Stefano Marrucci, l’uomo sospettato di aver ammazzato a Comeana con un colpo di pistola il barista e personal trainer Gianni Avvisato. Il 55enne si era rifugiato presso un affittacamere a Firenze dove i carabinieri lo hanno trovato nel corso della mattinata di lunedì 6 dicembre. Ne dà notizia Fanpage.it.
Poche ore dopo l’omicidio di Avvisato, consumatosi il 24 novembre, i militari avevano arrestato il complice di Marrucci, l’imbianchino 35enne Andrea Costa, che quel giorno fece da autista al killer, portandolo in auto a casa della vittima: l’uomo si trova in carcere ed è indagato per concorso in omicidio.
Omicidio Prato, le ipotesi degli inquirenti
A breve Marrucci sarà interrogato e gli inquirenti dovranno ricostruire cosa sia successo il pomeriggio di due settimane fa quando il personal trainer 38enne di origini napoletane è stato ucciso nella sua casa di via Boccaccio a Comeana (Prato), frazione del comune di Carmignano con un colpo di arma da fuoco.
Non è escluso, secondo i carabinieri che all’origine dell’omicidio possa esserci una partita di droga non pagata da parte della vittima. Sono ancora poche infatti i dettagli sul passato di Avvisato, mentre ce ne sono di più su Marrucci. A legarlo alla vittima c’è la figura del padre del 38enne con cui era indagato per aver portato a termine una rapina nove anni fa. Entrambi furono però prosciolti.
Cattura Stefano Marrucci, il blitz dei militari
Conoscendo la pericolosità del latitante – già in passato si era macchiato di gravi crimini di sangue – i carabinieri hanno atteso l’arrivo della notte e, dopo aver circondato lo stabile, hanno fatto irruzione. Marrucci è stato sorpreso nel sonno, in compagnia della moglie, di origini sudamericane.
Accanto a sé aveva una pistola semiautomatica calibro 9×19, con colpo in canna. Il blitz dei carabinieri è stato così fulmineo che Marrucci non ha fatto in tempo a impugnare l’arma, risultata rubata nel 2014 da un’abitazione in provincia di Livorno. Adesso saranno effettuati tutti i test necessari per stabilire se quella pistola sia la stessa usata nell’omicidio.
A suo carico ora pendono varie accuse: omicidio aggravato, detenzione e porto di arma da fuoco, evasione dalla detenzione domiciliare, che stava espiando a Firenze, e detenzione di arma e munizionamento da guerra. Nell’appartamento, al momento dell’irruzione, c’erano altre tre donne che dormivano in un’altra camera, anch’esse sudamericane, sul conto delle quali gli inquirenti stanno indagando.
Marrucci è stato portato in carcere alla Dogaia di Prato, a disposizione del sostituto procuratore Massimo Petrocchi, titolare dell’indagine.