Morto lo scrittore Boris Pahor, aveva 108 anni: nei suoi libri ha raccontato la tragedia dei lager nazisti
Lo scrittore Boris Pahor è morto a 108 anni: ha combattuto con la Resistenza e ha conosciuto l'orrore dei lager, scrivendone nei suoi libri
È morto Boris Pahor, aveva 108 anni. Nato a Trieste nel 1913, è considerato il più importante scrittore sloveno con cittadinanza italiana e una delle voci più significative della tragedia della deportazione nei lager nazisti.
Chi era Boris Pahor
Boris Pahor è uno degli scrittori più tradotti della Slovenia.
A diffondere la notizia della sua morte è stata l’agenzia di stampa slovena ‘Sta’, citando ‘Radio Slovenija’.
Pahor ha fatto conoscere la letteratura slovena nel mondo ed è stato testimone dei totalitarismi del ‘900: ha conosciuto il fascismo a Trieste l’internamento nei campi di concentramento e le ingiustizie della Jugoslavia.
È stato tra gli ultimi testimoni viventi del rogo fascista del Narodni Dom avvenuto a Trieste il 13 luglio 1920.
Cattolico, durante il regime fascista ha subìto la snazionalizzazione del suo popolo a opera di Benito Mussolini: sì è quindi unito alla Resistenza, venendo catturato nel 1944 dai nazisti e deportato nei lager in Germania.
Fonte foto: ANSA
Quali libri ha scritto Boris Pahor
Pahor ha scritto una trentina di libri tradotti in decine di lingue, tra cui: ‘Qui è proibito parlare‘, ‘Il rogo nel porto‘, ‘La villa sul lago‘, ‘La città nel golfo’.
Gli anni vissuti nei campi di Natzweiler, Markirch, Dachau, Nordhausen, Harzungen e Bergen-Belsen lo hanno portato, nel 1967, a scrivere ‘Necropoli‘, il libro con cui solo in età avanzata è diventato famoso in Italia (è stato tradotto nel 1997).
Il riconoscimento di Mattarella
Il 13 luglio 2020 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito a Pahor l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Durante la sua vita è stato anche decorato della Legion d’honneur francese, oltre alla più alta onorificenza della Repubblica di Slovenia.
