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Massimo Bossetti e la lettera dal carcere sull'omicidio di Yara Gambirasio: il paragone con Rosa e Olindo

Omicidio Yara Gambirasio, la lettera scritta da Massimo Bossetti dal carcere: il paragone con Rosa e Olindo

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Il 26 febbraio 2011 veniva trovato il cadavere di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa esattamente tre mesi prima, il 26 novembre 2010, da Brembate di Sopra, mentre tornava a casa dalla palestra. A essere condannato in via definitiva per l’omicidio della ragazzina fu Massimo Bossetti, da anni rinchiuso nel carcere di Bollate.

Il ‘muratore di Mapello’, di recente, ha scritto una lettera in cui si è professato ancora una volta innocente. Inoltre, in un passaggio, si è paragonato a Olindo e Rosa, anche loro condannati in via definitiva per la strage di Erba.

Massimo Bossetti, lettera dal carcere: “Spero mi possa accadere ciò che sta accadendo a Rosa e Olindo”

Bosetti, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera alla trasmissione Iceberg di Telelombardia, rivolgendosi al conduttore Marco Olivio, riferendosi all’udienza fissata per il prossimo primo marzo per la strage di Erba.

“Sono fiducioso e ottimista – ha confessato l’uomo – che prima o poi pure sul mio caso possa accadere quello che oggi stanno vivendo Rosa e Olindo. Non ho mai perso la fiducia e la speranza nella giustizia. Purtroppo si sa che è lunga e lenta, ma la verità prima o poi viene portata alla luce”.

Omicidio di Yara Gambirasio, Bossetti: “Ci sono piste alternative”

“Ci sono tanti casi di cronaca – ha aggiunto Bossetti – che agli occhi di tutti sono rimasti colmi di incertezze e di piste alternative, mai prese in considerazione, ma non bisogna perdere la fiducia: non per niente esiste un organo di revisione nella giustizia che ci permette di vagliare dubbi, anomalie e incongruenze mai risolte durante le fasi processuali all’epoca dei fatti”.

La vita del ‘muratore di Mapello’ in carcere

Bossetti ha poi anche raccontato della passione per la cucina che ha iniziato a coltivare durante gli anni trascorsi in carcere. Un hobby per tenersi impegnato e che lo ha portato anche a vincere alcuni premi”.

“Partecipo da anni ai concorsi di cucina dedicati ai carcerati – ha raccontato -, anzi partecipo a tutti i bandi esposti in biblioteca: concorsi letterari, artistici e culinari”.

E ancora: “Partecipo semplicemente per rendere meno pesante il trascorrere inutile del tempo rendendolo più costruttivo”.

“A casa non avevo tutto questo tempo disponibile come oggi ho qui, dato che ero molto impegnato con la mia impresa edile e chi cucinava principalmente era mia moglie”, ha concluso il ‘muratore di Mapello’.

massimo-bossetti-lettera-carcere-omicidio-yara-gambirasio-rosa-olindo Fonte foto: ANSA
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