Omicidio di Yara Gambirasio, il racconto dell'uomo che ha ritrovato il corpo: "C'era un tizio che mi fissava"
Il 26 febbraio 2011 un appassionato di aeromodellismo rinvenne il corpo di Yara Gambirasio, il dettaglio inquietante: "C'era un uomo che mi fissava"
Il 26 febbraio 2011 l’Italia intera cadde nello sconforto: in un campo di Chignolo d’Isola, nella Bergamasca, era stato rinvenuto il cadavere di Yara Gambirasio. La 13enne era scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre 2010 dopo essere uscita di casa per portare uno stereo nella palestra che frequentava. Alcuni testimoni la notarono mentre lasciava il complesso sportivo e poi, fino al 26 febbraio della piccola adolescente nessuno seppe più nulla. Per l’omicidio è in carcere il muratore Massimo Bossetti.
- Yara Gambirasio, il ritrovamento del corpo
- L'uomo misterioso che osservava da lontano
- L'omicidio di Yara Gambirasio
Yara Gambirasio, il ritrovamento del corpo
Il 26 febbraio 2011 Ilario Scotti, appassionato di aeromodellismo, si trovava nel campo di Chignolo d’Isola con uno dei suoi modelli. Il piccolo velivolo radiocomandato, però, non funzionava bene e precipitò in un punto sull’erba.
Il 18 settembre 2015 raccontò quel momento durante un’udienza del processo contro Massimo Bossetti. Scotti spiegò che mentre si accingeva a raccogliere il suo modellino si imbatté in qualcosa che “sembrava un mucchio di stracci“.
Il campo di Chignolo d’Isola in cui fu rinvenuto il corpo di Yara Gambirasio il 26 febbraio 2011. Per l’omicidio è stato condannato Massimo Bossetti
Quindi Ilario Scotti si avvicinò e si accorse di trovarsi di fronte ad un cadavere e decise di rimanere “in quel posto per il timore di non vederlo più” e chiamò il 112.
“Mi dissero: ‘Ha le scarpe?’ Nere, risposi. ‘Pantaloni?’ Neri. ‘Non si muova da lì‘, mi risposero”.
L’uomo misterioso che osservava da lontano
Nella stessa udienza Ilario Scotti riportò ciò che aveva già riferito agli inquirenti durante le indagini. Mentre quella mattina stazionava di fronte al cadavere di Yara Gambirasio nell’attesa dell’arrivo delle autorità, notò un uomo sui 50-55 anni che lo osservava dal bordo del campo.
Il personaggio misterioso era in piedi accanto a un’utilitaria, indossava “una giacchetta da pensionato” ed era calvo. I due non scambiarono una parola, ma lo sconosciuto rimase a fissarlo per almeno 15 minuti, posizionandosi in piedi su un panettone di cemento.
Infine, l’individuo se ne andò non appena si sentì il suono delle sirene. Come riportò ‘Corriere della Sera’, su quello strano personaggio comparso al bordo del campo e svanito all’arrivo delle forze dell’ordine gli inquirenti non avrebbero mai ritenuto opportuno indagare.
L’omicidio di Yara Gambirasio
Yara Gambirasio scomparve il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra dopo essere uscita per andare in palestra. Quel giorno non aveva allenamenti, piuttosto si era offerta di prestare il suo stereo ad alcune colleghe.
Il 26 febbraio fu rinvenuto il suo cadavere in un campo di Chignolo d’Isola, a 10 km dalla sua abitazione. Secondo il medico legale, la ragazzina era stata colpita ripetutamente al capo con una spranga ed era rovinata al suolo. In quel momento l’assassino aveva preso a colpirla ripetutamente.
Ad uccidere Yara, tuttavia, furono gli stenti causati dalle ferite e dal freddo. Dalle mutandine della ragazzina fu isolato il Dna di un uomo e gli investigatori sottoposero l’intera popolazione di Brembate di Sopra a uno screening di massa che portò all’individuazione di Ignoto 1, che aveva lo stesso aplotipo Y presente nel Dna rinvenuto sulla biancheria intima di Yara.
Il cerchio si strinse su Massimo Bossetti, un carpentiere 44enne di Mapello. Per trovare il ‘match’, le forze dell’ordine prelevarono il suo Dna da un posto di blocco nel quale lo sottoposero all’etilometro. Il suo Dna risultò sovrapponibile a quello di Ignoto 1.
Il 16 giugno 2014 Massimo Bossetti fu arrestato e, dopo la sentenza della Cassazione del 12 ottobre 2018 oggi sta scontando l’ergastolo presso il carcere di Bollate. Bossetti si è sempre dichiarato innocente.