Marco Travaglio sulle parole di Elena Cecchettin dopo la morte di Giulia: "Non penso sia delitto di Stato"
Il direttore del 'Fatto Quotidiano' Marco Travaglio dice la sua sulle affermazioni di Elena Cecchettin, sorella di Giulia uccisa a 22 anni
Continuano a fare discutere le affermazioni di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la 22enne sequestrata e uccisa dall’ex Filippo Turetta in Veneto. Mentre il Governo Meloni lavora a un’approvazione lampo del ddl che mira a rafforzare la normativa contro la violenza di genere, sulla vicenda si esprime il direttore de ‘Il Fatto Quotidiano’, Marco Travaglio, partendo proprio dalle parole della sorella della vittima dell’ennesimo femminicidio.
Le parole di Elena
Al termine della fiaccolata in onore di Giulia, Elena Cecchettin aveva dichiarato in diretta Tv che Filippo Turetta non è un mostro, ma un “figlio sano della società patriarcale, che è pregna della cultura dello stupro”.
La 24enne aveva affermato che “il femminicidio non è un delitto passionale, ma di potere, è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge”.
Elena Cecchetin col padre Gino alla fiaccolata in onore della sorella Giulia
Le parole di Marco Travaglio
Le riflessioni di Elena Cecchettin sull'”omicidio di stato” non sembrano però aver convinto del tutto il direttore de ‘Il Fatto Quotidiano’ Marco Travaglio: “Su questo tema ho le idee chiare sulla cultura che c’è dietro, ma non ho le idee chiare sulle soluzioni” ha detto sul La7 a ‘Otto e Mezzo’.
“Ogni volta che, di fronte a un fatto drammatico di cronaca come questo, sento dire che ci vuole una legge, ho dei dubbi – è il pensiero del giornalista – Anche se cominciassimo a insegnare nelle scuole l’educazione all’affettività, il mondo circostante alla scuola continuerebbe a bombardare i ragazzi con messaggi e modelli di riferimento opposti. E temo che vincerebbero questi”.
“C’è il fatto che bisogna arrivare sempre subito a tutto con facilità – ha detto ancora – che non si accetta il fallimento, che non si accetta un no, che non si accetta la libertà e la liberazione dell’altro, che non si accetta la fine di un rapporto. Non si capisce la differenza tra amore, il possesso e la proprietà privata”.
“Si rifiuta l’idea del fallimento perché si pensa che una vita realizzata sia quella del successo o della ‘famoseria’, che è ancora peggio – ha spiegato Travaglio – Se un’altra persona ti ha lasciato e si sta per laureare, sta per emanciparsi, invece di essere contento ne soffri. Insomma, è una cosa talmente enorme e un male così assoluto che si nasconde dentro persone insospettabili e apparentemente normali che mi lascia con dei grandi punti interrogativi e poche certezze”.
“Non ho certezze sulle soluzioni di problemi così enormi. L’unica certezza che ho è che non si applaude dopo un funerale e che dopo la morte bisognerebbe fare un po’ di silenzio. Quindi, io non vorrei commentare i politici che commentano i delitti, perché non vorrei che i politici commentassero i delitti. Tanto non hanno niente da dire in più rispetto a quello che abbiamo da dire noi.
Il commento sulle parole di Elena Cecchetin
“Non credo che sia colpa del governo se ci sono i femminicidi. Non credo che questo sia un delitto di Stato” ha affermato Travaglio commentando le parole di Elena Cecchettin, sottolineando che “i parenti delle vittime hanno il diritto assoluto e la libertà assoluta di dire quello che pensano”.
“Non credo neanche che sia una questione di destra o di sinistra, perché i valori che si sono persi sono in parte di destra e in parte di sinistra. Quindi, tutte le culture politiche hanno fallito” ha concluso il direttore de ‘Il Fatto Quotidiano’.