Manuel Bortuzzo, lo sfogo della fidanzata dopo la sentenza
La fidanzata di Manuel Bortuzzo ha commentato la sentenza che ha condannato a 16 anni i due aggressori
Martina, la fidanzata di Manuel Bortuzzo, il nuotatore rimasto paralizzato in seguito all’aggressione subita ad Acilia tra il 2 e 3 febbraio scorso, nella quale è stato raggiunto da un proiettile alle gambe, si è lasciata andare a uno sfogo dopo la sentenza di condanna a 16 anni di reclusione per i due aggressori.
Come riporta ‘Il Messaggero’, Martina ha commentato così la decisione dei giudici: “Non è giusto, sono pochi. La battaglia di Manuel per la normalità è ancora lunga. Loro fra 16 anni saranno liberi, ma Manuel come starà?”.
Martina, che era assieme a Manuel Bortuzzo nel momento dell’aggressione ma che è rimasta illesa, si sta riprendendo psicologicamente dall’accaduto, anche grazie all’aiuto della sua famiglia. La mamma Cristina ha spiegato: “Non ci siamo voluti costituire parte civile né abbiamo chiesto risarcimenti. Vogliamo solo guardare avanti”.
Poi, la stessa Cristina ha aggiunto: “Il 2 febbraio Martina era uscita di sera per la prima volta per il compleanno di un’amica e si è trovata catapultata improvvisamente in questa storia più grande di lei. Mi spiace che non nuoti più. Studia come operatrice sociosanitaria, ha un’indole innata per aiutare gli altri, specialmente i bambini”.
Questo il pensiero di Cristina sulla sentenza di condanna agli aggressori di Bortuzzo: “Se dipendesse da me, butterei la chiave. Da mamma non posso non pensare a quel che ha subito Manuel e alla sua condizione. Martina è rimasta molto scossa, ma è una ragazza forte e intelligente e fisicamente sta bene. Manuel è la vera parte lesa. Ogni mattina apro la porta della camera di mia figlia e la sveglio per andare a scuola. Tutte le mattine ringrazio Dio per questo. Ogni giorno penso che avrei potuto non svegliarla più, questo mi basta”.
Infine, il suo pensiero va a quando i due aggressori usciranno dal carcere: “Non credo che Martina potrà imbattersi in quei due, non abitiamo vicini e il loro mondo non le appartiene. Se mai sarà, non potranno che abbassare lo sguardo: hanno fatto tutto da soli, senza senso“.